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domenica 16 ottobre 2011

E se il futuro fosse dietro al nostro passato?

I matrimoni non sono più quelli di una volta.
Tanto meno in politica. E non è neanche un caso, forse, che, dopo quattro mesi, sia già stato consumato il primo redde rationem tra Pd e Rifondazione in seno alla maggioranza del governo eugubino.

Vedremo quali ripercussioni avranno a medio lungo termine le novità sopraggiunte - deleghe revocate al vice sindaco Ercoli, Sindaco Guerrini che conferma la destinazione delle stesse ad un membro della Fds, rischio uscita dalla maggioranza dei consiglieri comunali Fds - anche se i sentori c’erano tutti: praticamente nella compagine a sostegno del sindaco Guerrini non era finita la “luna di miele” che già volavano i primi piatti. Tutta materia utile a condire qualche articolo di giornale o servizio di tg, ma probabilmente stucchevole agli occhi del cittadino.

Così mentre sul palcoscenico di Palazzo Pretorio i botta e risposta tengono banco, fuori – nella Gubbio che attende risposte importanti – si prova a cambiare marcia.

Un tentativo interessante è quello lanciato nei giorni scorsi, di concerto dalle Università delle arti e mestieri di Gubbio e dalla Provincia di Perugia: riscoprire il fascino (ma anche l’utilità economica) delle professioni di un tempo, considerate obsolete dalla moda e dai costumi degli anni Ottanta-Novanta – con la scrivania a soppiantare l’attività manuale – ma oggi pronte sul trampolino di lancio di una riscoperta tutt’altro che anacronistica. Che non è soltanto dettata da una ricerca da fascino vintage, ma un’alternativa reale a quello che il panorama economico-finanziario drasticamente sta presentando.

Riscopriamo strumenti antichi, rispolveriamo il buon vecchio libretto di risparmio” predicano le banche, in questi tempi di “magra”, nei quali il problema di un’azienda non è più fatturare ma riscuotere e dove perfino il risparmiatore più acuto rischia di scervellarsi, disorientato, di fronte alle ondivaghe schizofrenie dei listini.
Sulla stessa falsariga, è giusto che si muova anche la scelta di un giovane che oggi, alle soglie magari di una carriera universitaria che rischia di tradursi in poco più che un parcheggio culturale di medio periodo, dovrebbe guardarsi intorno e valutare, senza disdegnarlo, questo “ritorno al passato”.

La periferia – che ancora socialmente riesce a garantire “cuscinetti di protezione” sufficienti rispetto alla grande città – può tornare ad essere culla di nuove professionalità artigiane, di tradizioni capaci di “fare la differenza” sui mercati locali e internazionali, vetrina di eccellenze che appartengono alla storia ma che possono anche essere riferimento per il futuro. Non mancano gli esempi, anche nella nostra città, di come la qualità possa essere coniugata con il perpetrare un’antica tradizione.
Non come slogan, ma come opportunità reale di fare impresa, occupazione e trovare nuove forme di reddito.
Dette così, possono sembrare parole al vento. Ma già il fatto che qualcuno ci provi, che ci creda davvero, lascia aperta una speranza. Che forse proprio dietro al passato, si nasconda davvero il futuro.


Da "editoriale" di "Gubbio oggi" - ottobre 2011

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