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venerdì 28 ottobre 2011

A Livorno è un po' come tornare sulla Terra...

Ed ora torniamo sulla terra. Sembra la scena finale di Apollo 13, ma in realtà è il pensiero fisso che Gigi Simoni ha cercato di inculcare in questa settimana ai rossoblù dentro lo spogliatoio.

Teoricamente lui, il saggio di Crevalcore – ribattezzato nel frattempo nei più disparati modi, dalle bizzarrie di una tifoseria impazzita dopo la vittoria storica sul Torino – con i piedi per terra c’è sempre stato. E c’è rimasto.
Lamentandosi anzi dei troppi titoli di giornali e tg sportivi nazionali. Perché i riflettori, puntati addosso, fanno piacere solo a fine campionato.
Prima sono solo un’insidia. Tanto più rischiosa, in quanto il Gubbio – contro i granata – ha compiuto un bel balzo in classifica. Ma la strada è ancora lunga. E novembre è pronto a presentare un cartellone di scontri diretti per la salvezza che richiedono il Gubbio migliore. Senza se e senza ma.

Tornare sulla terra. E per la precisione, le coordinate portano subito in uno stadio caldo: Armando Picchi di Livorno, teatro nell’ultimo decennio di parecchie stagioni di serie A, ma caduto in disarmo negli ultimi due anni.
Ora tocca al mastino, a Walter Monzon Novellino, riportare gli allori nella bacheca del presidente Spinelli, uno dei tanti vulcanici numeri 1 del nostro calcio, capace di esonerare – per restare a gente di casa nostra – Leo Acori dopo che aveva centrato i play off di serie B. O di non riconfermare Serse Cosmi, dopo un ruolino di marcia positivo.

Il Livorno lo abbiamo già visto in estate ma al “Curi” era una serata da cocktail e piscina. I rossoblù erano sembrati più in palla dei toscani, che alla fine però avevano piazzato la zampata vincente con Paulinho, al secolo Paolo Sergio Betanin, chiare origini del Triveneto, che lo scorso anno fu lo spauracchio del girone A di I Divisione con il suo Sorrento. Contro il Gubbio ciccò l’andata, ben controllato da Caracciolo, e nel ritorno se la guardò dagli spalti vittima di una frattura all’omero.
Ma il gol estivo del Curi è stato una sorta di avvertimento: lui forse ha il dente avvelenato – tanto più che in questa stagione non sta segnando come da par suo.
Sta ai rossoblù creargli la gabbia giusta per lasciarlo ancora con le polveri bagnate. Simoni non ama le rivoluzioni. E allora, anche dopo la firma di Graffiedi, si porta il pupillo in ritiro ma non lo vedremo in campo. Anche perché nei prossimi 10 giorni ci saranno di nuovo tre partite, tutte toste (dopo Livorno, Cittadella il 1 novembre e trasferta a Vicenza sabato 5).

Probabile invece lo stesso 11 vittorioso sul Torino, con Rui dal 1’ e con una difesa a 4 arricchita dal tempismo di Boisfer pronto a chiudere i varchi per le folate del centrocampo a 4 livornese.
Sarà curioso vedere tatticamente che accadrà, perché Livorno-Gubbio sarà sfida tra due moduli speculari. Saranno gli interpreti a fare la differenza. E anche le movitvazioni: da una parte una squadra blasonata che arriva da due sconfitte di fila. Dall’altra la truppa di giovani guidati dal più esperto allenatore del calcio italiano in attività. Si dice che negli spogliatoi, Gigi, non abbia bisogno di alzare la voce: le sue parole, quasi sussurrate, entrano nella testa e soprattutto nel cuore dei suoi ragazzi.
Che sia leggenda? Di sicuro il carisma non si improvvisa.
E la presenza di Simoni resta la migliore delle garanzie…

 
Copertina de "Il Rosso e il Blu"  di ven. 28.10.11
musica di sottofondo: "Empire State of mind" - Jay Z - Alicia Key

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