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sabato 22 ottobre 2011

L'immagine del linciaggio a Gheddafi: dalle analogie con piazzale Loreto al ruolo macabro di "mamma Rai"...

"I seguenti contenuti sono stati identificati dalla community di YouTube come potenzialmente offensivi o inappropriati. L'utente può visualizzare i contenuti a sua discrezione, ma è avvisato".
E' la scritta che compare accanto ad una delle decine di icone You tube che riproducono il fermo-immagine del volto sanguinante di Gheddafi.
La morte del dittatore libico è diventata, tristemente, un cult su internet. L'ennesima finestra da cliccare per gustarsi un po' di macabro e tribale, un po' di sangue e arena.
Quando cade un regime dittatoriale tutta la comunità internazionale dovrebbe tirare un sospiro di sollievo. In Medio Oriente (il Nord Africa che ci sta a "fondello" non fa eccezione) è sempre bene guardare con prudenza al day after: perchè dopo un tiranno ne può arrivare un altro, sotto mentite spoglie (ad esempio, islamiche) non meno efferato e insidioso per la pax internazionale.
Per non andare indietro di 100 anni, basti pensare all'Iran, alla caduta dello Scià di Persia (1979) salutata, specie negli ambienti dell'allora sinistra, con grida di giubilo. Salvo accorgersi poi, che al suo posto si insediava l'Ayatollah Khomeini e uno dei regimi più teocraticamente congelati del pianeta.

Eppure le immagini dell'esecuzione di Gheddafi, il suo corpo martoriato e trascinato dai rivoltosi, le scene riluttanti di ribelli libici in festa a farsi fotografare accanto al cadavere del Rais, sono qualcosa di inumano che, comunque la si veda  - anche nel 2011, anche dopo averne viste in questi decenni di ogni "cromìa" - lascia sbigottiti.

Qualcuno ha acutamente paragonato la scena a Piazzale Loreto. Non qualche nostalgico di Salò, ma il direttore del "Corsera", Ferruccio De Bortoli.
Nel mio piccolo, direi che quel che si è visto Sirte, supera di gran lunga ciò che è stato immortalato - e si può immaginare sia avvenuto - nel celebre piazzale milanese nei confronti del corpo senza vita del Duce. Senza dare ovviamente giudizi politici o morali (ognuno si tenga i suoi, come fa il sottoscritto).
Ma da allora sono pur sempre trascorsi 66 anni, anche in un paese arretrato e tribale come la Libia. Eppure la vendetta, a distanza di decenni e di anni luce tecnologici, assume le stesse sembianze.

Se c'è un tiranno in meno tutti dovremmo essere più sollevati, ma di fronte a certe immagini, francamente non ci riesco. Non vedo grande differenza - pur comprendendo lo stato di indigenza a cui gran parte dei libici è stata costretta in questi 40 anni di regime - tra la crudeltà del Rais (che si è arricchito smisuratamente del petrolio libico, approfittando della propria dittatura) e l'efferatezza dei suoi aguzzini. Che poi sarebbero i sostenitori (se non addirittura i depositari) di quella che sarà la futura "classe dirigente" di uno dei Paesi a più alto tasso petrolifero del mondo.
Non capisco come i leader del mondo - a cominciare da Obama che ha salutato positivamente questo epilogo, chiedendo lumi sulla dinamica della morte di Gheddafi (in attesa che lui stesso ne dia sulla morte di Osama Bin Laden) - possano quasi arrivare a brindare in pubblico, dopo aver fatto affari per anni con il Rais. Ma soprattutto dopo queste immagini.

Se tutto è lecito, se il linciaggio in piazza è una pena ammissibile perchè si è marchiati dell'etichetta di tiranno, qualcosa non torna.
Intanto, il rischio di far diventare Gheddafi quasi un martire (magari non per i libici, ma di fanatici al di là del Mediterraneo non mancano).
E poi una riflessione sull'opportunità di divulgare certe immagini, va comunque approfondita.

Perfino il Tg1 delle 13.30 ci ha propinato, quasi come primo piatto, al posto di un fusillo pomodoro e basilico, la scena raccapricciante di un uomo trascinato brutalmente da decine di persone assatanate e freddato in mezzo alla folla. E gli altri tg hanno seguito pedissequamente a ruota.
Se questa è una pietanza che la nostra amata tv di Stato ci offre in un prime time di ottobre, forse dovremmo farci qualche domanda anche al di qua del Mediterraneo... Anche nel nostro ambiente giornalistico.

Qualche interrogativo ad esempio sul significato del termine "deontologia". Piazzale Loreto, anche dopo 66 anni, non ha insegnato granchè...

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