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lunedì 3 ottobre 2011

Gubbio: ovunque sia il problema, non è la "Babilonia" di queste ore la soluzione ideale...


Carlo ed Enrico Vanzina
 Pecchia non si tocca. Anzi no, arriva Camolese. Contrordine, Pecchia resta. Almeno fino a Brescia.
Più che un notiziario di calcio, le ultime 48 ore in casa Gubbio somigliano ad un film dei fratelli Vanzina. Ma da ridere, purtroppo, c’è ben poco.


L’impressione è che il caos regni sovrano e che l’atmosfera sia esattamente il contrario di quello di cui ci sarebbe maledettamente bisogno.
Il silenzio – uno dei segreti del Gubbio miracolo delle ultime due stagioni – è un lontano ricordo: perché ormai da settimane il tecnico rossoblù è sulla graticola, e fin qui ci può stare. Ma l’escalation registrata da sabato ad oggi ha dell’incredibile, se si pensa che tra meno di 48 ore la squadra sarà di nuovo in campo. E non in un campo qualsiasi, ma al “Rigamonti” di Brescia con la terza forza del campionato.

E pensare che i rossoblù, dentro il rettangolo di gioco, hanno tutt’altro che demeritato contro un Verona che arrivava da un momento importante e voleva approfittare della trasferta umbra per incamerare un altro colpo pesante prima del doppio confronto di prestigio con Samp e Torino.
Ma il problema di quello che si è visto sul campo è passato quasi in secondo piano negli ultimi due giorni. La squadra è uscita comunque tra gli applausi.


I Gubbio supporters - foto Settonce
 Chissà quanti tra i tifosi – e forse anche tra i dirigenti - hanno forse pensato a quello che la squadra ha fatto, ha costruito e ha recuperato, vittima dell’ennesima amnesia difensiva.
Quanti hanno davvero ponderato che in fondo la formazione rossoblù se l’è giocata alla pari con una avversaria che in classifica ha 10 punti e non è parsa lontana in modo siderale sul piano del gioco. Tecnicamente superiore sì, ma anche battibile.
Dovrebbe essere un bel segnale, in prospettiva, a differenza ad esempio del poco o nulla visto in campo sette giorni prima con il Varese, contro il quale al Sassuolo sono bastati 10’ un po’ convinti per mettere a segno il gol vittoria e decretare l’esonero di Carbone. Quelli sì che sono 2 punti buttati via; il pari col Verona invece va preso come dimostrazione di crescita.


Gli unici sorrisi del post-gara col Verona: quelli di Gomez e Sandreani
 Passi avanti, dunque. Che finiscono però quasi per evaporare dietro le polemiche di un post gara che paradossalmente ha dato la sensazione da un lato di uno spogliatoio “moscio”, diremmo da queste parti, e dall’altro di un qualcosa di non meglio precisato che covava sotto la cenere nei quartieri dirigenziali.
Quel qualcosa che alla fine tra domenica e oggi ha dato adito a titoli e sottotitoli sui quotidiani e su tv nazionali che davano per certo l’esonero di Pecchia e l’arrivo di Camolese. Salvo poi essere rivisti e rettificati. Di certo nessuno può ora nascondersi di fronte a responsabilità che chiamano in causa tutti, come tutti giustamente sono saliti sul carro dei vincitori qualche mese fa.

Ma se si vuol decidere qualcosa, lo si faccia. Altrimenti si confermi apertamente fiducia all’attuale guida tecnica.
I piedi su due staffe o il clima surreale di queste ore fanno solo il gioco degli avversari. E finiscono per essere perfino un alibi per chi poi scende in campo.
Qualunque sia il problema, chiunque ne sia responsabile, non può essere questa "babilonia" la soluzione migliore...





Copertina di "Fuorigioco" di lunedì 3.10.11
musica di sottofondo: "Babylon" - Fedo, Camurri e Marchesini - 2010

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