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martedì 24 gennaio 2012

A 20 anni dalla scomparsa del prof. Piero Angeletti. E il ricordo personale di Rita Levi Montalcini...


Pietro Ubaldo Angeletti, per tutti "Piero"
Avrebbe compiuto 80 anni proprio quest'anno. E chissà quali altre scoperte o iniziative culturali-scientifiche lo avrebbero visto indiscusso protagonista. Parlo di uno dei più illustri studiosi della scienza medica nel nostro Paese, per anni strettissimo collaboratore del premio Nobel Rita Levi Montalcini. Questo era Pietro Ubaldo Angeletti (ma tutti lo chiamavano "Piero"), il ricercatore eugubino, scomparso prematuramente nel gennaio 1992, nel pieno di una carriera accademica e scientifica di enorme spessore, di cui ricorreva proprio domenica scorsa il 20mo anniversario della scomparsa.
Un personaggio conosciuto dalla Gubbio più avanti con gli "anta", ma che sarebbe opportuno fosse "raccontato" anche ai più giovani. A distanza di anni ha avuto il giusto riconoscimento anche nella sua città Natale: nel maggio 2009 infatti gli è stata intitolata una delle vie più caratteristiche del centro storico di Gubbio, vale a dire l’ex via del Globo, vicolo che da via Savelli della Porta si ricongiunge tramite una piccola scalinata a via Sperelli.
Piero Angeletti – responsabile dal 1972 della prima società farmaceutica mondiale Merck Sharp & Dome – è stato fin dal 1960 uno strettissimo collaboratore di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina, con cui condusse alla Washington University un intenso lavoro di ricerca che durò per 12 anni, con oltre 40 pubblicazioni scientifiche, determinanti poi per l’assegnazione del Nobel avvenuto nel 1986, congiuntamente alla Levi Montalcini e a Stanley Cohen. Studi congiunti che consentirono di identificare il cosiddetto NGF, Nerve growth factor, il fattore di crescita nervoso.
Stasera nella rubrica di approfondimento TRG PLUS (ore 21, canale 11 del digitale terrestre) andrà in onda un brano di un video-documentario Rai del 1966 nel quale venivano illustrati gli straordinari risultati delle ricerche condotte da Rita Levi Montalcini e Pietro Ubaldo Angeletti, intervistati nell'occasione dall'inviato Rai.




"Lo scopo della mia vita è la curiosità", disse un giorno Rita Levi Montalcini a chi le chiedeva il segreto di tanta cultura e longevità (quest'anno compirà 103 anni). E tornando a quella scoperta straordinaria spiega: "Quella scoperta andava contro il dogma. Fino ad allora si credeva che la nostra vita è segnata dal gene. In parte è vero, ma noi abbiamo scoperto la molecola che può modificare il modo di distribuirsi delle fibre nervose".
E per ricordarne il contributo fondamentale ai riconoscimenti ottenuti dalla stessa Rita Levi Montalcini, valga per tutti il suo stesso discorso in memoria di Piero Angeletti, pochi mesi dopo la sua scomparsa: una testimonianza pubblica sul felice connubio scientifico con il prof. Angeletti ma anche sullo straordinario profilo umano che ne ha sempre caratterizzato il personaggio. Un ricordo che risale al 1992, esattamente 20 anni fa, a pochi mesi dalla sua scomparsa, quando venne intitolato al prof. Angeletti il centro studi di Pomezia specializzato nello studio di malattie virali. Pochi anni dopo anche nella Capitale fu intitolata una via a Piero Ubaldo Angeletti.


Finalmente nel 2009 anche la sua città d'origine, Gubbio, si è ricordata di un luminare di così alto spessore scientifico e anche di forte intraprendenza imprenditoriale: un personaggio che non ho avuto la fortuna di conoscere, se non indirettamente, attraverso racconti e aneddoti particolari, ma che mi piace ricordare a pochi giorni dall'anniversario della scomparsa, come una delle intelligenze più fulgide e prolifiche di questa comunità.
In occasione della cerimonia di inaugurazione di via Pietro Ubaldo Angeletti, due anni fa, mi colpì molto l'intervento del prof. Luigi Frati, Rettore dell'Università "La Sapienza" di Roma: "

Luigi Frati, Rettore della "Sapienza"

Pietro era dotato di un ingegno straordinario accompagnato allo stesso tempo da un’umanità fuori dal comune – ha raccontato – A lui si devono straordinarie scoperte; ciò che impostava, suggeriva e stimolava diventava immediatamente ‘oro scientifico’. L’unico grande rimpianto – ha concluso il Rettore della "Sapienza" – è stata l’inspiegabile assenza del suo nome nel 1986, in occasione della consegna del premio Nobel alla Montalcini ed a Stanley Cohen”.
Gubbio, almeno, se ne è ricordata. E speriamo continui a farlo anche nei prossimi anni...


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