Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

lunedì 23 gennaio 2012

Nella hit parade delle occasioni sperperate, spunta di nuovo l'Ascoli...

Striscione emblematico dei tifosi rossoblù ad Ascoli:
"Resteremo sempre a bordo!" (foto Settonce)
Errare è umano. E fin lì – a meno che non siate comandanti di una nave incagliata all’isola del Giglio e ve la diate a gambe incuranti dei passeggeri – si può anche tollerare.
E’ perservare, talvolta, che diventa roba da masochisti.

Ad Ascoli probabilmente intitoleranno una piazza alla squadra del Gubbio: con tutte le disavventure capitate alla società bianconera negli ultimi 12 mesi – tra crac societari all’orizzonte, scandali scommesse, penalizzazioni passate, presenti e da non escludere in futuro – le uniche note liete le ha regalate la doppia sfida con l'undici eugubino.
Non è bastata la "lezione" della gara di andata – sbagliata in avvio, raddrizzata in corso d’opera e dilapidata su palla aerea nel finale. Anche stavolta il copione ha recitato la stessa nenia: sono cambiati gli attori, protagonisti e comprimari, ma il finale – tutto altro che gradevole – è rimasto lo stesso.

Benedetti su Papa Waigo: partita in
ombra per tutta la difesa
E se in classifica lo scivolone del “Del Duca” è una ciambella di salvataggio quasi insperata per i bianconeri di Silva ed è costato anche nei confronti del Modena, inaspettatamente corsaro in casa Torrente, sul morale della truppa assomiglia ad uno schiaffo pesante. Non irrimediabile, ma certo di quelli che fanno davvero male.
Soprattutto perché si ha la sensazione che si potesse fare meglio, molto meglio, senza bisogno di una prestazione eccezionale – come ad esempio in occasione dei successi da antologia su Torino e Padova. Con un pizzico di accortezza e mestiere in più nei minuti finali, ad esempio, sarebbe stato blindato un pareggio che sulla bilancia della classifica, della continuità di risultati, della necessità di tenere a distanza una diretta concorrente, avrebbe meritato una quotazione a Wall Street.

Invece il 2-1 per l’Ascoli diventa una sorta di obbligazione a scadenza immediata, vedi doppio confronto con Sampdoria e Reggina in 4 giorni, che i rossoblù dovranno affrontare col coltello tra i denti.

L'unica gioia porta ancora la sua firma:
Daniele Bazzoffia (foto Settonce)
Un pari al "Del Duca" sarebbe stato ancora più prezioso perché ottenuto al termine forse dei 90’ peggiori per la difesa eugubina sul piano della prestazione: con un Donnarumma tornato alle titubanze di inizio stagione, e i suoi inquilini di reparto, tutti, ben lontani dalle potenzialità di cui sono capaci. In mezzo è mancato prima l’assetto giusto, poi il ritmo necessario per prendere le redini di una sfida del genere. Davanti, mestiere e coraggio hanno sopperito alle lacune varie: e così nella ripresa – con una squadra più equilibrata, giocatori riportati ai ruoli naturali e una spinta sulle fasce (soprattutto con Almici) finalmente insistita, il pari è arrivato, con il solito Bazzoffia, per altro nell’unica occasione in cui una delle punte è uscita creando spazio, e l’altra ha cercato e trovato ossigeno tra le linee. Il resto è fatto di occasioni perdute, con contropiedi gestiti in modo impulsivo e improvvisato, che avrebbero addirittura potuto regalare i 3 punti.


Ma alla fine il pari, come detto, sarebbe stato comunque di platino. E invece le ferite sono ancora aperte. A questo punto, però, è inutile gettarci il sale sopra.
I due tecnici nel pre gara:
Silva e Simoni (foto Settonce)
Simoni, da gran signore, ha ammesso che la ciambella stavolta è venuta proprio male, ha rinviato, speriamo solo di pochi giorni, il festeggiamento del suo compleanno.
Da ex genoano in campo e in panca sappiamo che le candeline vorrebbe spegnerle sabato prossimo. Anche per quanto accaduto in quel 4 settembre a “Marassi”: facendo tesoro di tutto. Anche e soprattutto di quanto dilapidato in questa doppia sfida surreale con l’Ascoli…

 
Copertina di "Fuorigioco" di lunedì 23.1.12
musica di sottofondo: "Squander" - Skank Anansie - 2009
 

Nessun commento:

Posta un commento