Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

giovedì 19 gennaio 2012

Quanti Schettino sulla nostra strada?

Quanti Schettino abbiamo incontrato in vita nostra?
Ieri sera, dando uno sguardo all'ennesima ricostruzione della tragedia dell'Isola del Giglio, ascoltando le testimonianze dei naufraghi, appuntandomi i nuovi epiteti con cui veniva etichettato il Comandante della Costa Concordia - divenuto, bontà sua, ormai celebre in tutto il mondo come "Capitan Codardo" - mi sono fatto questa domanda.

Poi stamattina ho letto la quotidiana riflessione di Gramellini, su "La Stampa". Un pensiero che indirettamente richiama alcuni casi di "eroismi" veri o presunti tali. Non senza accennare al caso ormai di scuola, del calciatore che denuncia la combine (almeno per questa volta, non è stato rifatto il nome, ma l'amico Simone Farina resta ancora "a galla" - tanto per non uscir di metafora - nei dibattiti mediatici di alta quota).

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41

Su Farina ho già espresso il mio pensiero. E spero non venga di nuovo tirato fuori come un "coniglio dal cilindro" delle interpretazioni sul vivere civile.
Forse ha ragione Gramellini nel dire che il termine "eroe" comincia ad essere inflazionato dalle nostre parti, negli ultimi tempi: almeno quanto la rucola sui secondi piatti o sulla pizza. E se Brecht sosteneva le disgrazie di quei popoli che avevano bisogno di eroi - frase un po' snob che spesso qualche commentatore salottiero spende in prossimità di vicende nelle quali non costerebbe nulla invece elogiare una buona azione - è altrettanto vero che di "eroi" non c'è bisogno, al giorno d'oggi. Ma di persone per bene, sì, eccome. E in fondo anche di buon senso, quando ci si trova poi a giudicare vicende come quella del Costa Concordia.

Il tiro al piattello - specialità Schettino - è in pieno fermento. Che il Comandante della nave simbolo dell'inadeguatezza italica sia oggi l'immagine meno edificante del nostro Paese nel mondo, è assodato. Qualsiasi pena si trovi un giorno a scontare (pecuniaria o addirittura restrittiva) credo sarebbe comunque imparagonabile alla valanga di fango che in queste ore fa grandinare su di sè e sull'Italia. Non basterà un rimorchiatore a liquidare la faccenda nei prossimi mesi. E' di nuovo scattata la gogna medioevale del 2000: cambia lo strumento, un tubo catodico o un collegamento internet. Ma l'effetto è devastante.
Qualche domanda, comunque, è giusto farsela, oltre a quella - spontanea - che mi è sorta ieri sera.
E su cui tornerò tra poco.
L'ardita manovra dell'"inchino" del pachiderma alla scogliera grossetana sembra fosse un costume piuttosto diffuso e frequente, non solo tra le navi Concordia. Oggi Costa Crociere si dissocia da quanto accaduto e anzi, si costituisce parte civile: val la pena chiedersi intanto come dimostrare che la compagnia non sapesse nulla di queste consuetudini folcloriche da "buccanieri dei Caraibi". E dei rischi connessi.

Schettino ha avuto un incarico attraverso una selezione, ha superato esami, ha svolto corsi di aggiornamento. Insomma, è stato valutato. E' vero che la teoria e la pratica sono galassie spesso inconciliabili, ma qualcuno ha pur riconosciuto delle qualità a questo personaggio. Lungi dal volerlo difendere, sarebbe forse il caso di chiedersi che metodi di selezione esistono in questo ambito. Così come in altri...
Che poi la vicenda Concordia abbia il clichè della fiction tipicamente latino-mediterranea, lo dimostra la presenza della figura positiva, che fa da contr'altare a Schettino: quella del Capo della Capitaneria di porto di Livorno, De Falco, salito agli onori delle cronache per il celebre richiamo verbale con cui intimava al Comandante di tornare immediatamente sulla nave.



Quanti Schettino sulla nostra strada?
Quanti personaggi, in diversi ambiti e segmenti della vita sociale, abbiamo incrociato e ne abbiamo colto inadeguatezza, incompetenza, inconsistenza e perfino inconsapevolezza di tutto questo? Mi basterebbe solo pensare a quante note con errori grammaticali mi giungono, ogni giorno, su e-mail o scrivania, con firme molto più altisonanti della qualità linguistica espressa...
Quantri soggetti ricoprono posti di guida, direzione, coordinamento. E spesso fuggono dalle proprie responsabilità - proprio come Schettino, imbarcandosi su una scialuppa - e lasciando a bordo gli altri col cerino in mano? Quanti politici, amministratori, giornalisti, magistrati, medici, avvocati, commercianti o anche semplici lavoratori, dopo aver timbrato il cartellino, si nascondono di fronte ad una carenza o ad una inadeguatezza? O se ne fregano di rispondere di un proprio errore (magari sapendo che tanto c'è sempre qualcun'altro che provvederà a risolverlo...)?
Schettino è in croce, ma sono certo che se pensate bene, di Schettino in giro ce ne sono molti più di quanto immaginiamo...

E quanti De Falco, invece, abbiamo potuto apprezzare, conoscere, incrociare sulla nostra strada. Persone normalissime, ma caratterizzate da un senso del dovere e delle responsabilità che meritano di essere sottolineate anche quando in ballo non c'è la vita di 4.000 persone. Anche quando non si mette a repentaglio la propria. E non si parla nè di Iliade nè di eroi alla Brad Pitt, come nel film "Troy".

Non si tratta di renderli "eroi", ma di indicarli - questo sì - come esempio: esempio di una normalità virtuosa, silenziosa, molto più diffusa di quanto non si creda, ma ciò nonostante, spesso impercettibile. Che non cerca pulpiti o piedistalli dai quali impartire lezioni o sermoni. Ma cerca di fare del suo meglio, ogni giorno, nei confronti del prossimo. E se anche questa normalità sembra così scontata da non poter trovare cittadinanza nelle cronache quotidiane, a me invece sembra controproducente continuare a schernirci parlando solo di ciò che non funziona e rendendo - indirettamente - protagonisti solo coloro che sbagliano. E che mettono il nostro Paese nel palcoscenico del ridicolo.

Non abbiamo bisogno di "eroi", è vero. Ma neanche di tapparci naso, occhi e orecchie di fronte a gente che fa il proprio dovere. E' in fondo solo quello che vorremmo sempre vedere... Senza neanche pretendere che fosse osannato...

2 commenti:

  1. Da facebook -
    Barbi Turici
    Sarebbe bello se i giusti fossero premiati.. Nella quotidianità e senza clamori. Si potrebbero portare molti esempi. A cominciare dai posti di lavoro. Sarebbe bello se i valori fossero la regola non l'eccezione. Ahimè forse chi deve premiar...e o chi deve riconoscere preferisce guardare alle piccole convenienze del momento, piuttosto che alle qualità. Abbiamo dimenticato cos'è il merito e non riconosciamo i meriti a chi se lo merita di essere un esempio. Purtroppo la deriva della costa e' il simbolo della deriva della società sempre più impegnata a cercare quel "quarto d'ora di celebrità" a qualsiasi costo..a cercare valori e punti di riferimento che durano un giorno o lo spazio dell'agenda dei media, per poi tornare alla realtà di un paese dove il merito, il dovere, l'impegno non sono mai premiati.

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  2. Da facebook - Simone Filippetti:
    Simone Filippetti Schettino è la quintessenza dei difetti di una parte dell'Italia: il gusto della bravata fine a sè stessa, la codardia e l'ipocrisia. Con la storia della moldava, poi, arriva anche il tassello che mancava: la gnocca. Ma ora rischia di diven...tare il capro espiatorio di tutti i mali: perchè la Costa Crociera tollerava gli "inchini", tanto da reclamizzarli sul loro sito internet? E l'eroico capitano dov'era tutte le altre volte che quei mastodonti del mare passavano troppo vicino alla costa? Perchè non hanno mai detto prima "cazzo, state più al largo"?

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