Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

domenica 1 gennaio 2012

Se gli auguri hanno ancora un senso.... Che sia un 2012 sorprendente (come passeggiare tra le luci dell'Albero...)

Capodanno, tempo di auguri. Anche se resta un po' difficile augurarsi felicità in senso astratto, di questi tempi. "Pace e serenità" ormai rientrano nella sfera demagogica, un po' come le frasi fatte di qualche anno fa che guardavano ad generico e fatuo "futuro migliore".
C'è crisi anche nella galassia degli auguri, perchè onestamente è un po' ardua uscire dal binario delle banalità e soddisfare quel pizzico di aspettative che non navighino nel mare magnum del già detto (come le perifrasi "di tutto di più" o del "quant'altro...").
Ho scorso velocemente la ridda di sms augurali di queste settimane - in calo per la verità, ma anche questo è un termometro del periodo-spread - e il più originale faceva così:
"tlpfgiuhgratbuflnvoug: vista la crisi sono andato a comprare gli auguri all'Ikea, ora montateli da solo...". Non male.
Più che i consigli e gli auguri contenuti nei messaggini, appare più semplice cercare di ritagliare momenti felici cominciando dal proprio quotidiano. Non inteso come giornale, ma come esistenza. Credo che nonostante le catastrofiche previsioni economico-finanziarie, nonostante le ri.ba. inevase, nonostante il tunnel da cui non si scorge alcuna luce, nonostante le storie sempre più fitte di inadeguatezza e soglia di povertà, sia ancora possibile ricondurre le proprie speranze, almeno per qualche minuto, ogni giorno, lungo un cammino che - se non è autostradale - assomigli almeno ad un sentiero interessante.

Scendere ad esempio gli stradoni del monte Ingino di sera, con le luci dell'Albero. Non lo facevo da anni.
E' un'esperienza che appare scontata, quasi routinaria. Eppure miglior inizio d'anno non potevo regalarmi, stasera. Mi ha riportato indietro di una ventina d'anni, quando (credo Natale 1992) salimmo con gli amici per la Messa di Natale e c'erano 30 centimetri di neve. Fiabesco...
Forse allora non immaginavamo che non l'avremmo più rifatto. O quanto meno, non saremmo più risaliti per quei viottoli affascinanti, solcati dalle ombre intervallate dai neon colorati dell'Albero di Natale più grande del mondo, circondati di morbida coltre bianca. Come non avremmo mai pensato che un giorno quella scia luminosa sarebbe stata accesa dal Vaticano. Ma i sogni - e in questo l'impresa trentennale dell'Albero è emblematica - non solo si avverano, ma talvolta vanno al di là delle stesse aspettative.

Stavolta non c'era la neve (prima o poi arriverà) ma scendendo si respirava un'atmosfera intima, di complicità. Non passava anima viva ed era come se per qualche minuto, quel sentiero a spiovere fosse lì solo per essere vissuto e "passeggiato". Una sensazione appagante. Nuova. Carica di energia.
Si può drenare un pizzico di speranza da tutto questo? Non lo so. Ma credo di sì. Almeno ho la certezza - per qualcuno sarà solo una consolazione - che ancora ci si possa ritagliare un'emozione intima da queste "mezz'ore rilassanti".
Magari fatta di corsa, magari "mordi e fuggi", ma che resta lì, è tua. E non può togliertela nessuno. Come fosse la cosa più importante a cui aspirarer il primo giorno dell'anno. Dopo aver rinnovato la liturgia dei "botti" di mezzanotte, dei brindisi, di baci formali e informali, di auguri che fanno parte della prassi, di un sonno a metà che ti lascia sempre sospeso tra fusi orari biologici improbabili.

Scommettiamo che il 2012 sarà meglio di come ci viene prospettato oggi?
Potrebbe essere un'idea. Lanciare questa "giocata" - da bookmaker di periferia - e scrivere su questo blog quello che speriamo ci accada - al di là dei sogni velleitari - nei prossimi 365 giorni. Per poi rileggersi tutto tra un anno. E vedere se avevamo "volato alto". O se forse avevamo volato giusto...

Secondo me sarà un anno... sorprendente. Un po' come la sensazione provata ritrovandomi a passeggiare tra le luci dell'Albero, lungo gli stradoni.
Sorprendente... Ancora non ho chiaro perchè. E' un'immagine sfocata che devo visualizzare bene. Un po' come quando, appena alzato, ti devi stropicciare gli occhi: non per la meraviglia, per avere chiaro quello che ti circonda.
Un po' come il mr Gwyn di Alessandro Baricco, intento a guardarsi per 30 giorni, o giù di lì, una stagista rotonda (nelle forme) e silenziosa (nei modi) aggirarsi per una sala, allestita solo con l'intento di "scrivere un ritratto".
Ecco, il ritratto del 2012 sarà sorprendente... Ma solo osservandolo, giorno per giorno, forse, capirò perchè...


May be - Asa

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