Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 31 marzo 2010

E la chiamano crisi: per il giorno di Pasquetta 2 italiani su 5 preferiscono la Spa (centro benessere) al pic nic...

La notizia l'ho pescata dall'Ansa di oggi. E francamente mi ha fatto un po' sobbalzare. Non perché non abbia mai frequentato una Spa (la nuova dizione dei centri benessere) e non sappia quale standard di confort possano offrire. Anzi sono reduce da una tre-giorni in montagna (ormai le "settimane bianche" non vanno più di moda, l'austerity impone anche tagli e ritagli del weekend) dove ho avuto la fortuna di assaporare il gusto del relax in un complesso davvero eccellente. Con una Spa, appunto come si chiama ora, di alto livello.
Qualche domanda però è giusto farsela se 2 italiani su 5, ad un'indagine su cosa faranno il lunedì di Pasquetta, rispondono che si prenderanno un bel pomeriggio in sauna, bagno turco e perché no, anche un massaggio al cioccolato.
Sul piano squisitamente edonistico, nulla quaestio. Anzi...
Ma il quesito sorge spontaneo: non eravamo in crisi? E poi, la bella scampagnata con pic nic in collina (o se preferite, tempo permettendo, al mare o al lago), che fine fa?
Domenica scorsa la spiaggia di Fano era desolatamente vuota: ma aver trascorso un paio d'ore con i figli che scorrazzavano in mezzo alla sabbia abbozzando qualche castello di sabbia (in attesa dell'estate e anche di condono)... non ha avuto prezzo...
Spesso la qualità di una giornata nasce anche dalle nostre aspettative. E dalla nostra capacità di apprezzarne i piccoli dettagli. Quelli che fanno la differenza....

martedì 30 marzo 2010

E' il nuovo "uomo qualunque" di Guareschi: l'astensionista...

C’era una volta “l’uomo qualunque” di Giovanni Guareschi.
Figura letteraria “folcloristica” di un’Italia alle prese con la propria ricostruzione. Materiale e soprattutto morale, nel secondo dopoguerra.
Quell’”uomo qualunque” venne etichettato negativamente – un po’ come tutte le provocatorie narrazioni di Guareschi – da un elitè culturale (di sinistra) che si sarebbe dimostrata invece miope rispetto ai cambiamenti e alle motivazioni della società italiana, alla vigilia del boom economico e della rivoluzione dei costumi.

Oggi quell’”uomo qualunque” sembra essere tornato.
Ha altre sembianze. Non ha un nome. Non ha un identikit. Non sappiamo chi sia. Ma sappiamo che “pesa” nelle urne elettorali. Ormai per oltre un terzo.
E’ l’astensionista, il cittadino-elettore che si è “rotto” della politica urlata, degli slogan, della demonizzazione dell’avversario, del tutti contro tutti. E forse anche del bipolarismo – che finisce per non rappresentare in modo globale e completo la complessità degli “umori” elettorali dell’italiano medio. Che non si sfoga più votando l'altro. Perché probabilmente non lo soddisfa più nessuno. Nè in maggioranza nè all'opposizione (di qualunque colore esse siano).
E se fino a l’altro ieri, la sua protesta poteva tradursi anche in un voto "alternativo" – quante volte sono stati battezzati come “di protesta” veri e propri fenomeni elettorali, quasi a sminuirne la portata – oggi la sua voce resta forte e chiara.
Ma resta a casa. Proprio come lui. L’"astensionista".

Gubbio: due sconfitte pesanti in 4 giorni. Ma nulla è perduto...

Punto e a capo. Nella settimana che doveva decidere il colore della stagione del Gubbio, la squadra rossoblù incassa due sconfitte che “pesano” molto più sul morale che non sui numeri.

Perché comunque sia la semifinale nazionale di Coppa Italia resterà nella memoria dei tifosi, e perché anche l’inciampo di Fano – sebbene estrometta dopo 4 mesi gli eugubini dalla griglia play off – non compromette a 6 giornate dal termine la corsa agli spareggi.
C’è un però. Il però è legato all’altalenanza di risultati della squadra, alla sua capacità di fare gioco ma all’altrettanto evidente difficoltà a tradurlo in gol. Anche a Fano tante occasioni, l’immancabile torto arbitrale – con un penalty solare su Gomez che a metà primo tempo avrebbe potuto svoltare la partita – e una ripresa giocata al piccolo trotto intorno all’area di rigore dei marchigiani, come in una partita di pallanuoto. Ma è mancato l’acuto. Quell’acuto che significa gol e che per la verità – fatta eccezione per la scorpacciata con la Sacilese – arriva col contagocce ormai da due mesi.

sabato 27 marzo 2010

Due curiosi aneddoti sul passato di Fano-Gubbio

Un paio di aneddoti alla vigilia di un quasi-derby, Fano-Gubbio, destinato a "pesare" non poco nel rush finale del girone B di II Divisione. Amaranto secondi in classifica (47 punti, vera sorpresa del torneo), Gubbio quinto in zona play off (41) e reduce dall'eliminazione in semifinale di Coppa Italia.
Gli aneddoti si riferiscono ad un paio di sfide, giocate sempre al "Mancini" che ho potuto seguire da telecronista (un po' più in erba) di TRG. Era il 1988 e il Gubbio di Giampaolo Landi vinse a Fano per 2-0 (gol di Farsoni e Zoppis, il primo su rigore). Curiosità: l'arbitro di quella gara era tale Pierluigi Collina da Bologna (allora non era di Viareggio, chissà...). Il Gubbio vinse meritatamente anche se la prestazione dell'arbitro, pur convincente, non fu definita dal sottoscritto in modo del tutto positivo: "Un direttore di gara senza molto polso...". Per la serie: le ultime parole famose (diciamo, che invece da juventino, fui lungimirante, considerando quanto accadde il 14 maggio di 12 anni dopo in Perugia-Juventus).
L'altra curiosità di quella gara è che - unico caso in diverse centinaia di telecronache - venni aggredito da un tifoso mentre effettuavo la descrizione di un dei gol: mi strappò letteralmente il microfono di mano (mi trovavo fuori dalla tribuna stampa) e sfiorammo la collutazione. Lo mandai a quel paese e ovviamente i telespettatori di TRG non seppero mai nulla (doppiammo in audio dub la telecronaca per circa 1', con una voce forzatamente appannata, ma solo i più raffinati avvertirono qualche differenza).
Collina per altro arbitrò anche il Fano-Gubbio della stagione successiva - primavera 1990 - ma allora finì 1-0 per i padroni di casa (gol di Mainardi, poi venuto a Gubbio nel 1992).
Personalmente ho un bilancio oltre modo positivo al "Mancini" in fatto di telecronache: la prima fu quella che vi ho accennato del 2-0, la seconda nel 2003 (altra vittoria rossoblù con inzuccata di Jhonny Bruni ad inizio gara): ricordo negli spogliatoi di quel dopo-partita la frase dell'autore del gol riferita alla Fiorentina (che la settimana dopo sarebbe venuta a Gubbio): "Non abbiamo paura. Giocheremo per procurar battaglia...!". Andava di moda Breavheart...
Morale: due telecronache, due successi.
Perché lo dico? Scaramanticamente aspetto lunedì per svelarvelo...
Buon weekend! E Forza Gubbiaccio!

mercoledì 24 marzo 2010

"L'Attesa...": sfogliando i ricordi di questi 9 anni di trasmissione


Tutto è nato nella primavera 2002. Mi ricordo ancora che cercavo di pensare ad una novità che potesse raccontare - in modo spontaneo e per così dire, genuino - la lunga vigilia della Festa dei Ceri.
"L'Attesa..." - mi piace scrivere il titolo con i puntini, perché poi avrò modo anche di spiegarlo, non è stata semplicemente una trasmissione. Ne ho fatte tante, in ormai 22 anni di attività.
"L'Attesa..." l'ho vista quasi come una piccola audace mission: il riuscire a raccontare la Festa dei Ceri, senza cadere nelle banalità sulle quali spesso chi fa il nostro mestiere inciampa. E nel contempo far parlare i veri protagonisti di questo straordinario "rito" popolare: i ceraioli, le persone, il  loro vissuto. Raccogliere insieme a loro i ricordi, sfogliare idealmente (e non solo) un album fatto di aneddoti e di memorie. E descrivere così, soprattutto ai più giovani, lo spirito che da sempre anima e distingue, come davvero unica, una tradizione di incomparabile valore umano. Prima ancora che culturale, sociale e antropologico.
Persone che profumano: proprio come quel "maggio" che gli eugubini non possono non considerare come il proprio mese d'eccellenza.
Con questo capitolo mi piace aprire una parentesi su "L'Attesa" per raccontare i tanti incontri, le testimonianze, i racconti che ho avuto la fortuna di conoscere e fare miei in questi anni.
Con persone che seppur diverse e distinte tra loro, mi hanno tutte regalato qualcosa.... Il loro "profumo".

martedì 23 marzo 2010

A Cosenza servirà l'impresa. A Fano servirà... il Gubbio

Saranno quattro giorni che decideranno tanto. Ma non tutto. Il Gubbio tra mercoledì e domenica si gioca lo "storico" accesso alla finale di Coppa Italia LegaPro e domenica a Fano una delle ultime sfide dirette per la corsa ai play off (l'ultima, il 2 maggio in casa contro il Prato).
In pochi giorni due sfide pesanti per decidere il "colore" di questa stagione. Ma anche due sfide diverse.

lunedì 22 marzo 2010

Se fai 5 al Supernalotto, sei più felice per il gruzzoletto o più scontento di aver mancato "la vincita della vita"?

La domanda sorge spontanea. Magari durante una chiacchierata tra amici (quando non si hanno argomenti migliori...). Magari quando la cronaca ti dà spunto.
Come la storia che arriva oggi da Gubbio: un fortunato giocatore del Superenalotto ha vinto 65.000 euro centrando un 5 secco. Una cifra niente male - considerando che i tempi. Ma una interrogativo sorge spontaneo - direbbe Lubrano - se si pensa che l'unico numero che non ha azzeccato (55) non era poi così lontano da quello che è uscito (61). Il 6, per la cronaca, gli avrebbe regalato 50 milioni di euro.
E allora mi chiedo: in questi casi si è più felici di avere vinto 65.000 euro, bella somma, da non dilapidare possibilmente; o si è più rammaricati per aver mancato di un soffio la "vincita della vita"?
Se ci pensate diventa un bel dilemma... Magari buono per una oziosa conversazione in un qualsiasi blog.
Anche per chi - come il sottoscritto - pensa che la vita si possa cambiare cercando se stessi in quello che si fa tutti i giorni (di buono e meno buono). Senza bisogno di compilare un'illusoria schedina...

Ecco il link con il servizio dal Trg notizie di ieri sera:
http://www.trgmedia.it/video.aspx?but=1&imgx=1&img=img/tgtrg.gif&s=trgsette/&f=trg7-3242.wmv&d=TG%20del%2022/03/2010

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita: di Paolo Coelho

Per una volta voglio lasciare spazio ad alcune pillole di saggezza. In fondo i miei sono "pensieri liberi" - come li chiama una persona a me cara.
E liberamente valutabili.
Ma ci sono frasi, considerazioni, pensieri, che spesso ci toccano. E li facciamo nostri. Come questo insieme di massime firmato da Paolo Coelho (nella foto), scrittore e poeta brasiliano.

"Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:

venerdì 19 marzo 2010

In questo 19 marzo mi piace ricordare un padre di Novi Ligure: Francesco De Nardo

In questo 19 marzo mi piace ricordare la figura di un padre. Un padre di Novi Ligure. Un padre che dal 2001 sicuramente non riesce più neanche a pensare alla "festa del papà". Parlo di Francesco De Nardo. Il padre di Erika.
Un personaggio che fin dalle prime ore successive a quell'orribile delitto - l'uccisione della moglie e del figlio ad opera della figlia - dimostrò uno spessore e una dignità non comuni.
Riuscendo a superare l'istintiva dimensione della follia, ma cercando di aiutare proprio quella figlia che aveva imbracciato un pugnale e colpito a morte i propri congiunti. In fondo, dirà qualcuno, era l'unico componente della famiglia che gli rimaneva. Ma quale dramma interiore deve aver vissuto - e stia ancora vivendo - Francesco De Nardo, credo che in pochi, davvero in pochi, possano fedelmente immaginarlo.
Oggi è la festa del papà. E il mio pensiero va a questa storia. Che ho vissuto da spettatore, con i "normali" sentimenti dell'orrore che possono suscitare da una vicenda simile, 10 anni fa. Che ho cercato di reinterpretare da genitore, quale sono oggi, provando - senza riuscirci - a mettermi nei panni di Francesco De Nardo: un padre, che perdona la figlia omicida e la aiuta a trovare una nuova strada, a costruirsi una nuova vita. Un esempio. Comunque la si veda. Uno straordinario esempio.

giovedì 18 marzo 2010

L'incredibile storia di Antonella, ipovedente cui è stato avvelenato il cane-guida da una polpetta killer

Una storia che se non l'avessimo conosciuta dalle parole della diretta interessata, avrebbe dell'incredibile. Già avvelenare un cane o un animale in genere è un gesto criminoso e crudele.
Scagliarsi poi contro un animale addestrato per consentire la normale vita sociale di un non vedente o ipovedente, è qualcosa di assolutamente inqualificabile.
Eppure è successo a Gubbio. Nella nostra città. Probabilmente non in modo così diretto e doloso (nel senso che il cane avrebbe ingerito la polpetta killer in uno dei pochi momenti in cui, senza pettorina, è "disimpegnato" e si gode qualche momento di relax per i parchi). Ma resta pur sempre un gesto odioso da parte di chi lo mette in pratica.
Ma più che le mie parole o riflessioni, vale la testimonianza di Antonella: che potete ascoltare nel link sottostante (dal servizio del tg di TRG). Aspettando ovviamente i vostri commenti...

http://www.trgmedia.it/video.aspx?but=1&imgx=1&img=img/tgtrg.gif&s=trgsette/&f=trg7-3230.wmv&d=TG%20del%2017/03/2010

Da "La ricerca della felicità" di Muccino alcune riflessioni... sull'Italia di oggi

Chissà se Gabriele Muccino avrebbe pensato che a distanza di soli 3 anni e mezzo il suo film sarebbe stato così stringente e “diffusamente” sentito.

Parlo de “La ricerca della felicità”, il capolavoro cinematografico del regista romano che nel 2006 incantò gli States con la storia di Chris Gardner interpretata da uno straordinario Willy Smith.
Una storia che racconta l’America delle infinite opportunità, dell’”uno su mille” che ce la può fare, dei sogni che diventano realtà. Ma anche della stridente contraddizione tra una decapottabile sport con a bordo la sorridente famiglia americana, quella del barbecue all’aperto e della partita dei 49ers nel fine settimana, con la fila interminabile di senza tetto che attendono pazientemente per ore di entrare nei dormitori popolari.
Un film che ci racconta come in quella fila possa starci tranquillamente una persona che fino ad un paio di ore prima lavorava con o per il conducente di quell’auto.
Un paradosso – sarà sembrato in quel lontano 2006 – almeno agli occhi del cosiddetto italiano medio.
Una realtà neanche troppo improbabile: è la sensazione che ho avvertito invece ieri sera, ad appena 3 anni e mezzo dall’uscita del film. Pensando all’Italia di oggi.

lunedì 15 marzo 2010

Una riflessione su una frase di Tonino Guerra: dall'alto dei suoi 90 anni (auguri!)

"Non bisogna restare schiavi della tecnologia e delle comodità. C'è bisogno di riscoprire quell'intimo godimento che possono regalare i sacrifici. E l'immensa soddisfazione che si prova nel superare le difficoltà". Parole e pensieri di Tonino Guerra tratte da un'intervista de "La Nazione" di ieri.
Lo scrittore romagnolo compirà domani 90 anni. E questa sua riflessione mi dà lo spunto per condividere un pensiero che in fondo è intriso della nostra quotidianità.
Fermiamoci per un attimo a pensare cosa sarebbe la nostra giornata senza:
un telefono cellulare (addirittura Blackberry)
un pc (portatile o fisso)
un televisore
un collegamento ad internet
o anche una semplice radio in auto
Sarebbe la stessa cosa? Sicuramente no.

Gubbio calcio: il digiuno è alle spalle, ma in 4 giorni si deciderà il colore di questa stagione...

Il digiuno è alle spalle. Con buona pace del calendario cattolico, la quaresima dei rossoblù si conclude in anticipo in attesa delle sfide che potrebbero cambiare, nel bene o nel male, il destino (e anche il colore) di questa stagione.
Intanto godiamoci il poker alla Sacilese, squadra di medio bassa graduatoria ma mai cliente facile. Anche perché rispondeva all’identikit di quelle formazioni che avevano creato più di una grana ai ragazzi di Torrente (nella foto) – pensiamo ai punti persi con le varie Colligiana, Poggibonsi, Pro Vasto, Sangiustese, tanto per fare i primi 4 nomi che ci vengono in mente.

martedì 9 marzo 2010

Il vero anti-conformismo? Rispetto delle regole e buona educazione... Sempre più merce rara...

Credo che oggi la vera rivoluzione sia rispettare le regole. Il vero anti-conformismo sia la buona educazione. L'unico modo per distinguersi sia avere (e usare) buon senso.

Di chi è la frase? Un po' mia, un po' pescata e maturata qua e là leggendo di vicende quotidiane, nazionali e locali. Storie che dovrebbero colpirci, allarmarci, appassionarci. Ma che spesso ci lasciano (troppo e purtroppo) indifferenti.

lunedì 8 marzo 2010

Nella giornata dell'8 marzo, ricordiamo il "gesto" e l'esempio di Marcella Monini

E' la prima medaglia d'oro al Valore Civile conferita ad una donna ad Umbertide.
Ma non è questa la notizia di cui ha senso parlare. Perché è l'esempio e il "gesto estremo" che Marcella Monini (nella foto a fianco) ha deciso di fare, senza esitazione, che va ricordato, premiato, onorato.
Era l'estate del 2008 sulla riviera adriatica, quando l'insegnante umbertidese ha perso la vita per salvare i due figli che stavano annegando: un pomeriggio che doveva essere di svago e di vacanza è diventata tragedia.
Per la sua famiglia - per il marito, il collega Roberto Baldinelli - così come per tutta la comunità di Umbertide e per l'Umbria intera.
Anche chi non conosceva Marcella Monini, quel giorno si è commosso. E da quel giorno ha capito.
L'esempio di "sentirsi madre" fino in fondo, è qualcosa che troppo spesso si dà per scontato. Fin quando non ti incroci con vicende drammatiche come questa. Drammatiche ma che ci danno al tempo stesso speranza.
E l'8 marzo è stato scelto per conferirle un'onoreficenza che la Presidenza della Repubblica ha riconosciuto al significato assoluto del suo sacrificio. All'esempio indiscutibile e indelebile che resta.

sabato 6 marzo 2010

8 marzo: ha ancora senso festeggiare? Lo dico per voi donne...

Ha ancora senso festeggiare l'8 marzo? Me lo chiedo spesso, soprattutto quando sento - e non è raro - una donna o una ragazza dire frasi del tipo: "E' una festa che detesto, che non ha più senso, che mi fa sentire quasi ghettizzata".
Tutti sanno quali sono le origini di questa ricorrenza: 8 marzo 1908, oltre un centinaio di donne, operaie, muore in un rogo in una fabbrica tessile americana - dopo che il proprietario (ma allora poteva ben definirsi "padrone") le aveva chiuse dentro perchè avevano osato scioperare.
Oggi l'8 marzo dovrebbe avere richiami con quel passato - sul posto di lavoro le cose sono migliorate ma ce ne sono ancora tante da "sistemare" - ma dovrebbe assumere significati di attualità e modernità che spesso invece finiscono per sfuggire.

venerdì 5 marzo 2010

Gubbio calcio: la vittoria di Coppa sul Cosenza può avere un effetto rigenerante per il campionato

L'avevamo auspicato. Non predetto - perchè nessuno può farlo, neanche con la sfera di cristallo.
Ma avevamo sperato che la Coppa Italia rigenerasse il Gubbio - come avvenuto ad esempio all'Inter con la Champions League.
Così è stato. Possiamo dirlo perchè a prescindere da come andrà la gara di ritorno in Calabria, la vittoria sul Cosenza (per il servizio di TRG clicca sul link in basso) - formazione di I Divisione che lotta per i play off e dunque punta alla serie B - si è rivisto il Gubbio tenace, caparbio e mai domo che piace ai tifosi (emblematica la foto tratta da http://www.gubbiofans.it/ dell'esultanza dopo il 2-1).

giovedì 4 marzo 2010

Si apre l'anno giubilare per S.Ubaldo: lo sarà anche per la Festa dei Ceri?


Mi ha convinto ad aprire questo post la lettera aperta del Cappellano della Festa dei Ceri, don Giuliano Salciarini, inviata nei giorni scorsi alla stampa alla vigilia dell'apertura dell'anno Giubilare in onore di S.Ubaldo - del quale ricorre l'850mo anniversario della morte (16 maggio 1160). Ci sono alcuni passaggi della lettera (la potete leggere integralmente su http://www.trgmedia.it/) che fanno riflettere (e in fondo puntano proprio a questo) e che è giusto interroghino ogni ceraiolo che ha a cuore il futuro della Festa dei Ceri. In senso critico, cioè non per dividersi ancora una volta tra chi è d'accordo o chi è contrario.
Non si può essere concordi o meno sul fatto che la Festa dei Ceri è in onore del Patrono. Ma c'è modo e modo di dimostrare la propria devozione. E quanto sta accadendo ormai da mesi (ma si può dire tranquillamente, ormai da anni), soprattutto in sede di elezione dei capodieci è qualcosa che assomiglia molto a quei meccanismi che "sfuggono di mano" e rischiano di portare su una strada molto distante da quella dello spirito ceraiolo.

mercoledì 3 marzo 2010

Prime squalifiche nel calcio per le "bestemmie" in campo: giusto provvedimento o una "pulizia" di facciata?

Era stata annunciata. Era stata anche "strombazzata". E ora ha portato i primi effetti. E' la norma - per altro già vigente - che penalizza i giocatori che imprecano in campo, durante il gioco, con una bestemmia.
Un "costume", diciamolo subito, decisamente fastidioso e volgare - anche per i non credenti. Offensivo, ovviamente, per chi poi legittimamente professa, in modo sincero e non solo di facciata, un credo.
La riflessione che mi pongo però è un'altra: troppo spesso in Italia si utilizza il metodo del "capro espiatorio" o del provvedimento "d'urgenza" per dare la parvenza di un repulisti che in realtà non si fa (o addirittura non si vuole).

martedì 2 marzo 2010

Crisi economica: un'indagine presentata a Città di Castello parla di un clima di sfiducia generale (83% di imprese si dichiara incerta sul futuro): cosa pensare?


La crisi economica, manifestatasi con il crack finanziario della Lehman Brothers nel settembre 2008, sembra aver lasciato il segno anche sull’apparato economico e produttivo dell’Umbria e della Toscana. Almeno è quello che emerge dai dati raccolti nell’ultima analisi realizzata dal “Centro Studi Economico e Finanziario ESG89” e diffusa in occasione della presentazione ufficiale dell’ANNUARIO ECONOMICO DELLA VALTIBERINA 2010-2011. Il volume raccoglie l’analisi delle migliori società di capitali (Spa, Srl, Coop) della Valtiberina, un territorio, quello fra l’Umbria e la Toscana che conta 15 comuni.
Durante il convegno dal tema: ‘Umbria-Toscana, La Valtiberina e la Real Economy’ tenutosi a Città di Castello, presso l’Auditorium Sant’Antonio - ci cui ho curato il coordinamento - è stato fatto il punto sull’effettivo stato di salute e sulle prospettive dell’economia proprio nel comprensorio.

lunedì 1 marzo 2010

Gubbio calcio: lo "schiaffo" fa ancora peggio della sconfitta

"Abbiamo sbagliato tutto". E’ la prima volta che Vincenzo Torrente analizza in modo così netto e sconsolato una gara dei rossoblù.

E dire che non è la prima volta che il Gubbio le prende: ma il 2-0 subito al “Barbetti” con la Sangiustese fa lo stesso rumore delle sirene dell’allarme di una filiale di banca all’ora di chiusura.
Un brutto Gubbio, forse il più brutto della stagione. Troppo brutto per essere vero, per essere il Gubbio. E il peggio è che siamo nella fase clou della stagione. Che i rossoblù hanno quasi interamente dilapidato i 6 punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici. Che le immediate inseguitrici non sono più l’Itala S.Marco – squadra di alti e bassi – ma ora c’è di nuovo la Sangiovannese e si avvicina a grandi falcate il pericoloso Bassano – 9 punti nelle ultime tre gare, 8 rosicchiati al Gubbio.

Un consiglio al Cavaliere? Ascoltiamo il buon senso di Sergio Romano

Il fondo di Sergio Romano (nella foto) ieri sul "Corriere della Sera" (ce l'ho fatto a linkarlo... in coda a queste righe) valeva da solo la pena di acquistare il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli.
Lo condivido dalla prima all'ultima riga. Sia per il contenuto - è ora di vedere qualcosa di concreto al di là delle emergenze - sia per i toni - finalmente equilibrati ma non per questo meno chiari.
Se nel nostro Paese la dialettica politica corresse su questi binari - e sfuggisse alla logica degli slogan da un lato e della demonizzazione dall'altro - avremmo "un altro passo".
Aspetto le vostre opinioni...

http://www.corriere.it/editoriali/10_febbraio_28/romano_66b1a922-243f-11df-826d-00144f02aabe.shtml