Un "costume", diciamolo subito, decisamente fastidioso e volgare - anche per i non credenti. Offensivo, ovviamente, per chi poi legittimamente professa, in modo sincero e non solo di facciata, un credo.
La riflessione che mi pongo però è un'altra: troppo spesso in Italia si utilizza il metodo del "capro espiatorio" o del provvedimento "d'urgenza" per dare la parvenza di un repulisti che in realtà non si fa (o addirittura non si vuole).
Ad esempio: si pensava che dopo Calciopoli, dopo aver punito Moggi (che ancora aspetta sentenza), dopo aver spedito la Juventus in serie B (e "ridotto" i tifosi juventini a una specie di profughi dalmati post-litteram, con tanto di ghetto), il calcio tornasse magicamente "pulito", finissero gli errori arbitrali e le polemiche.
In questi anni si è visto ancora di peggio, sia in campo (ricordiamoci lo scudetto dell'Inter di due anni fa e cosa ne dicono a Roma) sia fuori (il tasso di "inguardabilità" dei talk show sportivi è cresciuto in modo esponenziale).
Ora non vorrei che punire chi bestemmia sia un modo politically correct per nascondere altre "magagne" che il calcio indubbiamente serba in grembo e delle quali difficilmente riuscirà a liberarsi (almeno per un po').
Un repulisti di facciata, tanto per far vedere che si usa il bastone (le carote sono ancora tutte sotto terra).
Ad esempio: credo che istighi molto più alla violenza e sia maggiormente da punire l'atteggiamento di chi - a parole ma anche a gesti - sbeffeggia gli avversari, polemizza continuamente vedendo ovunque un complotto, tratta il calcio italiano come fosse da "terzo mondo".
Pensiamoci un po'...
P.S. Perché la foto di Ramon Diaz? Perché qualche giocatore buontempone si è difeso, per evitare la squalifica, dicendo che aveva pronunciato l'imprecazione usando la parola "Diaz".... Ma in tutto questo, che c'entra Ramon?
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