Punto e a capo. Nella settimana che doveva decidere il colore della stagione del Gubbio, la squadra rossoblù incassa due sconfitte che “pesano” molto più sul morale che non sui numeri.
Perché comunque sia la semifinale nazionale di Coppa Italia resterà nella memoria dei tifosi, e perché anche l’inciampo di Fano – sebbene estrometta dopo 4 mesi gli eugubini dalla griglia play off – non compromette a 6 giornate dal termine la corsa agli spareggi.
C’è un però. Il però è legato all’altalenanza di risultati della squadra, alla sua capacità di fare gioco ma all’altrettanto evidente difficoltà a tradurlo in gol. Anche a Fano tante occasioni, l’immancabile torto arbitrale – con un penalty solare su Gomez che a metà primo tempo avrebbe potuto svoltare la partita – e una ripresa giocata al piccolo trotto intorno all’area di rigore dei marchigiani, come in una partita di pallanuoto. Ma è mancato l’acuto. Quell’acuto che significa gol e che per la verità – fatta eccezione per la scorpacciata con la Sacilese – arriva col contagocce ormai da due mesi.
Non è un caso che se si guarda la classifica cannonieri, alle spalle di bomber Marotta, appena 3 giocatori hanno segnato più di un gol: se poi gente come Rivaldo o Casoli non riesce a sfondare, su azione o su palla inattiva per l’attacco rossoblù sono dolori.
Peccato perché in fondo il Gubbio di Fano si è fatto piacere: giocando un primo tempo arrembante e giustamente applaudito dagli spalti, calando nella ripresa sul piano dell’intensità – forse si è fatto sentire insieme al caldo anche la gara di Cosenza - ma non è venuta mai meno la convinzione.
A fine gara mi ha colpito una frase di Sandreani, forse anche figlia della delusione del post-partita: "Siamo in C2. Bisogna capirlo. E invece noi forse giochiamo anche troppo bene per questa categoria!"
L’impressione resta quella che basti poco per il salto di qualità. Ma quel poco, per ora, tiene fuori dai play off i rossoblù.
Un’occhiata anche al calendario: che sulla carta strizza l’occhio alla truppa di Torrente, chiamata ora a fare la corsa sul tandem biancazzurro Sangiovannese-Prato. La Sangiovannese – nei confronti della quale i rossoblù possono vantare un vantaggio negli scontri diretti e dunque la possibilità di prevalere anche a pari punti - è la squadra più in salute, due mesi fa aveva 8 punti di ritardo dal Gubbio, e al “Barbetti” era parsa quasi dimessa. Il Prato invece è in fase calante e ha un calendario da brividi: Lucchese, la stessa Sangiovannese e poi Gubbio a inizio maggio.
Insomma ancora 6 partite tutte da giocare: con una certezza.
I rossoblù potranno contare su uno straordinario sostegno del pubblico: anche domenica al “Mancini” il dodicesimo uomo in campo. Peccato che la festa, vissuta all’inizio, non si sia potuta proseguire fino alla fine. Qualcuno ha comunque auspicato di aver visto la prova generale: magari in attesa di un altro Fano-Gubbio… a fine maggio….
martedì 30 marzo 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento