"Abbiamo sbagliato tutto". E’ la prima volta che Vincenzo Torrente analizza in modo così netto e sconsolato una gara dei rossoblù.
E dire che non è la prima volta che il Gubbio le prende: ma il 2-0 subito al “Barbetti” con la Sangiustese fa lo stesso rumore delle sirene dell’allarme di una filiale di banca all’ora di chiusura.
Un brutto Gubbio, forse il più brutto della stagione. Troppo brutto per essere vero, per essere il Gubbio. E il peggio è che siamo nella fase clou della stagione. Che i rossoblù hanno quasi interamente dilapidato i 6 punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici. Che le immediate inseguitrici non sono più l’Itala S.Marco – squadra di alti e bassi – ma ora c’è di nuovo la Sangiovannese e si avvicina a grandi falcate il pericoloso Bassano – 9 punti nelle ultime tre gare, 8 rosicchiati al Gubbio.
C’è un po’ di testa e un po’ di gambe nella debacle di ieri. La squadra è parsa abbacchiata, fin dai primi minuti: lontano anni luce l’ardore agonistico, la verve atletica e la voglia di attaccare che erano propri dell’undici di Torrente in molte altre gare – che magari alla fine si sono pure perse ma decisamente a testa alta. Forse qualche elemento comincia a sentire la stanchezza, forse la panchina corta comincia a pesare sul cammino del Gubbio: gli stessi undici di campionato – soprattutto in ruoli chiave come il centrocampo e l’attacco – hanno fatto anche pre-campionato e Coppa Italia. Se qualcuno tira il fiato è anche comprensibile.
Il problema è anche però psicologico: perché la squadra non ha mai abbassato la testa con le cosiddette grandi del girone. Invece se ha marcato visita in qualche occasione, è stato proprio con quelle squadre di medio-bassa graduatoria che sulla carta qualcuno potrebbe battezzare come “abbordabili”. Tolte S.Marino e Lucchese, all’andata – per altro in circostanze davvero stregate – il Gubbio ha perso solo con avversari che stanno più in basso in classifica, dalla Sacilese alla Pro Vasto, passando per la Colligiana e il quotato ma ancora distante – speriamo per molto – Bassano.
A riprova che di abbordabile in questo girone non c’è nulla, e ne sa qualcosa la stessa Lucchese che nelle ultime 3 partite ne ha perse 2 – stesso ruolino del Gubbio – e l’unico punto l’ha racimolato proprio con i rossoblù. La sosta, in questo senso, ha fatto davvero male: dopo quell'8 febbraio neanche un sorriso, e nonostante tutto i rossoblù sono ancora in zona play off.
Serve una sferzata: d’orgoglio, sicuramente, ma forse anche una valutazione sullo stato fisico del gruppo. Non sarà la Coppa Italia agli ultimi atti – prestigiosi e diremmo storici – ad appesantire le cose: anzi, la gara di mercoledì, con un avversario blasonato come il Cosenza, può restituirci il Gubbio autentico. Se non pimpante sul piano fisico, almeno capace di mettere in campo cuore e agonismo che sono ingredienti essenziali.
Sperando che la Coppa Italia, con tutte le proporzioni, abbia lo stesso effetto Champions avuto per l’Inter: rigenerante al di là di ogni polemica.
In attesa che la notte porti consiglio. O meglio, la notturna, lunedì prossimo sull’infuocato campo di Nocera Inferiore.
GMA
lunedì 1 marzo 2010
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