Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 24 marzo 2010

"L'Attesa...": sfogliando i ricordi di questi 9 anni di trasmissione


Tutto è nato nella primavera 2002. Mi ricordo ancora che cercavo di pensare ad una novità che potesse raccontare - in modo spontaneo e per così dire, genuino - la lunga vigilia della Festa dei Ceri.
"L'Attesa..." - mi piace scrivere il titolo con i puntini, perché poi avrò modo anche di spiegarlo, non è stata semplicemente una trasmissione. Ne ho fatte tante, in ormai 22 anni di attività.
"L'Attesa..." l'ho vista quasi come una piccola audace mission: il riuscire a raccontare la Festa dei Ceri, senza cadere nelle banalità sulle quali spesso chi fa il nostro mestiere inciampa. E nel contempo far parlare i veri protagonisti di questo straordinario "rito" popolare: i ceraioli, le persone, il  loro vissuto. Raccogliere insieme a loro i ricordi, sfogliare idealmente (e non solo) un album fatto di aneddoti e di memorie. E descrivere così, soprattutto ai più giovani, lo spirito che da sempre anima e distingue, come davvero unica, una tradizione di incomparabile valore umano. Prima ancora che culturale, sociale e antropologico.
Persone che profumano: proprio come quel "maggio" che gli eugubini non possono non considerare come il proprio mese d'eccellenza.
Con questo capitolo mi piace aprire una parentesi su "L'Attesa" per raccontare i tanti incontri, le testimonianze, i racconti che ho avuto la fortuna di conoscere e fare miei in questi anni.
Con persone che seppur diverse e distinte tra loro, mi hanno tutte regalato qualcosa.... Il loro "profumo".

8 commenti:

  1. Credo che il tentativo di rendere la nostra vita più semplice e profumosa..ci trovi spesso nemici di noi stessi… a lottare con i nostri desideri, le nostre ambizioni,i nostri bisogni reali, ma è un cambiamento che deve partire da dentro dalla ricerca di ciò che è veramente importante….e che credo possa avere come metro di misura la nostra felicita', ma anche quella delle persone intorno a noi ...Con l'Attesa ci hai regalato e spero ci regalerai tante emozioni...vere..hai raccontato il vissuto ceraiolo delle persone, in modo semplice e genuino...ma la cosa piu' bella e' che sei riuscito a far entrare il loro " profumo di buono"..anche nelle nostre case...

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  2. Penso che uno dei segreti di questa Festa sia la sua capacità di aprirci gli occhi sull'autenticità di ciò che siamo e che sentiamo. La Festa dei Ceri sa tirare fuori "il meglio e anche il peggio di noi": come di fronte ad uno specchio. Ci si annulla (in molti casi, perfino nel nome, essendo tantissimi ceraioli conosciuti solo ed esclusivamente per soprannome), ma in realtà ci si identifica. Con ciò che noi siamo davvero. Ci si riconosce. E ci si distingue.
    Una sintonia che ho spesso avvertito con molti dei personaggi che ho avuto l'occasione (e la fortuna) di intervistare e di conoscere. Con i quali avrei potuto parlare per giorni interi, senza mai stancarmi. Con altri - lo dico senza problemi - è stato invece pesante perfino trascorrere un quarto d'ora. Non c'era feeling. E sembrava che parlassimo di due mondi diversi.
    Può accadere. Anche nei Ceri.

    Ecco, con questa sezione mi piacerebbe che chi ha la pazienza di leggere queste righe, possa trovare spunto per un pensiero, un'idea, un suggerimento. Ma anche un semplice consiglio. Da riportare qui di seguito (proprio come ha fatto Anonimo, che ringrazio, perché sono frasi come le sue che mi danno anche lo stimolo migliore a fare ancora di più e ancora meglio...).

    Saper ascoltare (e nel caso del blog, saper leggere) quello che gli altri pensano di ciò che fai, è un prima ancora che un dovere, un'insostituibile opportunità: di guardarsi allo specchio e capirsi più in profondità.
    E già che ci sono vi ricordo subito l'appuntamento: giovedì 8 aprile, con la prima puntata. Ma avremo modo di riparlarci. Sicuramente...

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  3. Da facebook -
    Martina Bocci - Mi piace. Quello che hai scritto, moltissimo. E la trasmissione. Perchè riesce a dar vita alla tua intenzione iniziale: parlare di Ceri senza cadere irrimediabilmente nella retorica. E ci riesce, secondo me, proprio perchè, come scrivi tu, lascia parlare i protagonisti. Coloro che vivono e fanno vivere la festa stessa. Quasi senza rendersene conto, in modo spontaneo e naturale. Perchè ormai quell'essere ceraioli fa parte di loro (fa parte di noi) come fosse scritto nel DNA.

    Mi piace anche il nome della trasmissione. "L'Attesa...". Perchè ricorda che, in fondo, "la Festa" non si vive solo il 15 Maggio. Quel giorno avviene l'esplosione, un tripudio di "istanti" carichi di un'emozione che in realtà "covi" da molto prima. Dai giorni dell' "attesa", appunto. Da un intero anno.

    Ti confesso che spesso, guardandovi o leggendo qualche articolo su giornali locali, ho pensato di scrivere anche io qualcosa (e, pensandoci, avrei pure la mia storia). Non l'ho mai fatto. Un po' perchè temo l'esibizionismo. Un po' perchè, poi, spenta la tv e chiuso il giornale, l'idea è passata da sè. Un po' perchè, in fondo, non saprei da dove iniziare. Magari un giorno, chissà...

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  4. L'attesa.....dei ceri? Ma poi cosa sono i ceri, aldilà della storia, del simbolismo, della pregnanza sacro-profana? Sono un ribollire di ritmi profondi,nascosti che sprigionano fame di mistero, pretendono di uscire con potenza da identità collettive d'ogni tempo. S'avventano sugli animi guardinghi, pronti a raccoglierne gli echi ancestrali. Sono le vibrazioni d'un antico retaggio che scava nella paura e nel delirio di chi sa per certo d'essere l'anima stessa dei ceri. I ceri sono l'odore acre dei corpi accalcati sotto un cielo che sembra non dare più aria....respiri che si rincorrono ad un ritmo sconosciuto....braccia e mani che annaspano per strappare a quel giorno il proprio brandello di vita pulsante. Sono potenza, rabbia, malattia e guarigione, un sogno che realizza l'irrealizzabile, blasfemìa e puro spirito. Si portano dietro il rumore di un portone che s'apre all'alba, di un saluto a voce roca, di un riso che è pianto. Sono fatti di carne e ossa, irrorati da sangue e sudore, profumano d'amore e odio. Rubano emozioni, pretendono fedeltà e rispetto, scuotono cuori e dilaniano stomaci fino a scendere nelle viscere dove un tremore beato si accampa nell'attesa che tutto sia compiuto. E tutto poi si compie. Quel gemellaggio tra il cero e il suo uomo si ricompone, la normalità torna al suo posto e il turbinìo si cheta. Ma, ancora una volta, nulla é più come prima....un altro pezzo di cuore è stato staccato. E un altro se ne è aggiunto. I ceri fanno morire, e poi rinascere...sono essi stessi vita e morte, nel loro continuo riproporsi e rinnovarsi, nel loro eterno correre dietro a se stessi, dietro alla propria identità, al proprio essere "umani".

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  5. Beh, caro Anonimo, chiunque tu sia, voglio dirti grazie. Sono parole profonde, che nascono da un sentimento autentico. Non solo per la Festa, in sè, ma per quello che la Festa ispira, fa sentire, anima. Credo che la Festa dei Ceri - a differenza di molte altre manifestazioni - possa avere un quid diverso: non in più o in meno, ma diverso sì. Scatenare sensazioni intestine difficilmente descrivibili. Ma magari divergono da persona a persona. Ma che tengono ognuna un filo comune: la capacità di travolgere, coinvolgere e appassionare.
    Proprio come le tue parole...
    P.S. Non me ne vorrai se le utilizzerò nelle prossime puntate de "L'Attesa...", vero?

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  6. Vi anticipo una novità di questa nuova edizione: una clip iniziale con immagini introduttive degli ospiti e dei temi della puntata, sul sottofondo musicale di celebri colonne sonore.
    Un esperimento? Un azzardo? O una felice combinazione?
    Da giovedì sera mi piacerebbe avere anche la vostra opinione (e magari anche qualche suggerimento).

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  7. La proposta ha già raccolto consensi e suggerimenti: pubblico i primi due da facebook:

    Giorgio Smacchi -
    Direttore...sicuramente una delle più suggestive è "Chevaliers De Sangreal" di Hans Zimmer!! Me la ricordo già nelle immagini della mostra nel filmino '09!! Rende l'idea però!! ;)

    Jacopo Pellegrini -
    "Love theme" (Nuovo Cinema Paradiso) e "End titles" (The Shawshank Redemption (Le ali della libertà)). Direttore fai in modo che uno possa vedere le puntate registrate da Amsterdam senza Windows!!! A presto

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  8. Commento da facebook, il giorno dopo la 1a puntata-

    Caterina Meneghello -
    Ciao Giacomo,complimenti per la prima puntata de l'Attesa!!!Mi è piaciuta molto,l'ho trovata interessante e devo dirti che i collegamenti con i "ceraioli" di Jessup hanno rivelato particolari assai interessanti e a tratti commoventi...vedi la lettera dell'emigrante alla moglie...continua così...bravo tu e tutta la redazione!!!!

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