Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

martedì 8 novembre 2011

Se continuate così, mi si alza lo spread...

Sergio Romano non è la Bibbia. Ma credo che a Montecitorio siano in pochi ad avere le idee chiare, come quelle che ha elaborato stamane...  Nel suo editoriale sul "Corsera" (vedi link a piè pagina) - pur non sapendo ancora come sarebbe andata a finire una delle giornate più cruciali della legislatura - faceva capire come già 40 giorni fa si sarebbe potuto evitare il diluvio finanziario di questi giorni, fissando i paletti per quello che dovrebbe essere ancora oggi il programma di un governo "di salute pubblica", almeno sul piano delle riforme necessarie. Che poi ci sia qualcuno davvero convinto di farle, queste riforme, è tutt'altra cosa.

Il problema dell'Italia oggi - 8 novembre 2011 - non è "disfarsi di Berlusconi" (politicamente già sepolto) ma capire cosa ci sia dopo. Cosa si profili, quale prospettiva concreta: un governo di centrodestra a guida diversa? Un governo tecnico? Un governo di solidarietà nazionale cui partecipano un po' tutti? O le urne (ma con questa legge-truffa elettorale)?
Non è neanche questo, se vogliamo, il nodo da sciogliere. Il vero dilemma è cosa è davvero disposto a fare l'esecutivo che verrà: qualunque colore abbia, da chiunque sia composto.

I cosiddetti mercati e quell'Europa - così severa e ligia da ergersi sul piedistallo a moderna signorina Rottermaier (tra qualche mese sarò curioso di vedere, ad es., le condizioni dei titoli di stato della Francia che oggi ride di noi, ma che non sta messa molto meglio) - non si accontentano di qualche slogan, di una piazzale Loreto moderna, nella quale appendere per gli stivali quello che fu Sua Emittenza.
Bruxelles chiede un governo che faccia le riforme, anche quelle più impopolari. Che tagli dove c'è da tagliare (e c'è ancora tanto da tagliare) e che ponga le premesse per rivitalizzare l'economia interna.
Paradossalmente - è questo il concetto espresso con la solita sobrietà e nettezza dall'ex ambasciatore oggi editorialista del Corriere della Sera - il cerino passa ora proprio in mano all'opposizione. Che non può più limitarsi a chiedere di "cacciare" Berlusconi.
Mentre lui cerca gli "8 traditori" - quasi come Giulio Cesare nello spot di Tim che gira in questi giorni, con le spade ancora penzolanti dalla schiena e Bruto che cerca di capire chi sia il gestore telefonico più conveniente - all'Italia serve un progetto, chiaro e credibile. Altrimenti l'inaffidabilità di colui di cui si chiede la testa da mesi non sarà molto differente da quella dei suoi delatori.
Se fino ad oggi è stato lo spread (termine sconosciuto ai più, fino a due mesi fa) tra titoli italiani e bund tedeschi, a segnare la cifra della crisi, d'ora in poi quello stesso parametro ci dirà cosa ci aspetta in futuro. E quale credibilità sia in capo dei successori di Silvio.

Francamente non vedo nell'attuale Parlamento partiti o leader (di maggioranza come di opposizione) che sgomitano per abolire le pensioni di anzianità o innalzare l'età pensionabile delle donne.
E' un lavoro sporco, è vero. Ma qualcuno dovrà farlo... 
Lo spread vicino a quota 500 non concede ulteriori deroghe.
Altrimenti ci ritroveremo come la Libia (e il suo dopo-Gheddafi). Ma con molto petrolio in meno...


http://www.corriere.it/editoriali/11_novembre_08/lunga-agonia-costi-aggiuntivi-sergio-romano_c5befd9e-09cf-11e1-8aac-d731b63fbb0f.shtml

5 commenti:

  1. Da facebook -
    Massimiliano Baffoni - In ogni parte del mondo che si definisce democratico non si sarebbe mai arrivati a siparietti del genere.
    Il male tutto italiano è che nella ricca dote che un eletto riceve vi è anche una dose abbondante di attack con il quale il beneficiario si sigilla al suo scranno a dispetto di tutto e di tutti.
    Senza andare tanto lontano, gli esempi di questo malcostume li abbiamo anche dalle nostre parti...

    Patrizia Guerri -
    Condivido quasi tutto quell'articolo comprese le critiche dirette all'opposizione, ma sul programma avrei da ridire, poichè ci sono alternative che non cita nemmeno. Mi par di capire che la patrimoniale non si deve fare? Le province le lasciamo ancora al servizio dei sistemati? Il vitalizio dopo 5 anni di "duro" lavoro lo vogliamo ancora erogare? Le auto blu non le rottamiamo? Gli evasori li lasciamo riposare? etc etc Perdona il tono provocatorio però attaccare per primi ancora i lavoratori, sarà retorica per qualcuno, ma personalmente non lo accetto, Europa o non Europa!!! Riguardo la Francia, si sono d'accordo cominci a fare i conti di casa sua, se è pur vero che hanno una bella "fetta" del nostro debito. Ribadisco la patrimoniale innazitutto. Vent'anni fa la ricchezza dell'Italia era nelle mani del 10% degli italiani, oggi è ancora nelle mani del 10% degli italiani, bene comincino a pagare qualcosina, compresa la Chiesa che tanto bacchetta, ma quando si tratta di pagare l'ICI c'ha il braccino corto.

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  2. Ancora da facebook -

    Massimiliano Baffoni-
    Le urgenze sono tantissime e il prossimo governo dovrà faticare non poco per riuscire a fare un buon lavoro.
    Ma l'impellenza più evidente è la riforma immediata della legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di eleggere chi vogliono loro e non una ristretta cerchia di nominati, come avviene ora. Col sistema vigente si rappresenta più una oligarchia che una democrazia.
    E poi giù con la falce per i privilegi, ma anche per gli stipendi!

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  3. @Patrizia: forse, come dice il cons prov Carocci, "mi sono frainteso", ma trovami una riga di quel che ho scritto dove si dice che non bisogna mettere la patrimoniale, non chiudere le Province, non eliminare i vitalizi (se cerchi tra i post di qualche settimana fa, ne ho dedicato uno apposito a quelli che si intascano i ns consiglieri regionali), non perseguire l'evasione fiscale (fosse per me, abolirei il cash e obbligherei tutti gli italiani ad usare una carta di credito personale per la tracciabilità di ogni spesa...). Dico solo che chiunque si troverà ora il cerino in mano, dovrà mettere in campo misure impopolari, altrimenti l'Ue se ne fregherà altamente che Berlusconi è ko. E le elezioni alle porte non saranno lo stimolo migliore... Quanto alla riforma delle pensioni, penso che sia indispensabile, proprio per quelle generazioni come la nostra che rischiano di non averla per niente (per non parlare dei nostri figli, per i quali la parola pensione significherà solo "piccolo albergo della costa adriatica a gestione familiare")...

    ‎@Massimiliano: sono d'accordo con te. Urge riformare la legge elettorale perchè la scarsa credibilità della nostra classe politica deriva anche dalla sua "selezione" e dal metodo di scelta cui i cittadini sono costretti a ricorrere (candidature pre-confezionate). La soluzione migliore in questa fase è un "governo di emergenza" (o chiamalo come vuoi) che faccia questa riforma e adotti le misure indispensabili a "tenere buona" l'Ue e tenere a freno lo spread. Tornare alle urne con questo sistema significa riscegliere tra gli stessi personaggi che - per dirla alla Renzi - hanno cambiato nome ai partiti ma sono sempre lì da secoli...

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  4. P.S. Alcuni di loro (Cirino Pomicino) oggi danno pure lezione di bon ton politico-economico... Come se fossero estranei alla politica anni 80 che ha innescato la spirale di debito pubblico che oggi ci ritroviamo...

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