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giovedì 4 marzo 2010

Si apre l'anno giubilare per S.Ubaldo: lo sarà anche per la Festa dei Ceri?


Mi ha convinto ad aprire questo post la lettera aperta del Cappellano della Festa dei Ceri, don Giuliano Salciarini, inviata nei giorni scorsi alla stampa alla vigilia dell'apertura dell'anno Giubilare in onore di S.Ubaldo - del quale ricorre l'850mo anniversario della morte (16 maggio 1160). Ci sono alcuni passaggi della lettera (la potete leggere integralmente su http://www.trgmedia.it/) che fanno riflettere (e in fondo puntano proprio a questo) e che è giusto interroghino ogni ceraiolo che ha a cuore il futuro della Festa dei Ceri. In senso critico, cioè non per dividersi ancora una volta tra chi è d'accordo o chi è contrario.
Non si può essere concordi o meno sul fatto che la Festa dei Ceri è in onore del Patrono. Ma c'è modo e modo di dimostrare la propria devozione. E quanto sta accadendo ormai da mesi (ma si può dire tranquillamente, ormai da anni), soprattutto in sede di elezione dei capodieci è qualcosa che assomiglia molto a quei meccanismi che "sfuggono di mano" e rischiano di portare su una strada molto distante da quella dello spirito ceraiolo.

Scrive don Giuliano: "Il rumoreggiare di questi giorni credo che nulla abbia a che fare con i Ceri e tanto meno con sant’Ubaldo. Né si può dire che tale atteggiamento possa essere di esempio per gli altri.... Riconciliazione vuol dire riavvicinamento, riappacificazione, accordo, concordia. Il termine contrario è discordia, dissidio, inimicizia, animosità, rancore, odio...
Ci preoccupiamo di dimostrarci grandi ceraioli per l’ambizione di essere scelti, di essere creduti perché la verità sui Ceri, sulle tradizioni “la conosco solo io”. Ci preoccupiamo di dire che “come voglio bene io a sant’Ubaldo non c’è nessun altro”, ma non ci preoccupiamo di mettere in pratica quello che il Santo ha insegnato a noi: la ricerca della pace....

Pensare secondo i dettami di S.Ubaldo vuol dire cercare l’unione con gli altri, adoperarsi per l’unità tra ceraioli dello stesso cero e ceraioli degli altri ceri....".

Francamente è difficile leggendo queste righe, comprendendo quanto effettivamente ci dicano del messaggio e dell'esempio di S.Ubaldo, trovare riscontro nella realtà di una Festa dei Ceri nella quale - in generale - l'individualismo e il protagonismo la fanno ormai "da padroni".
Le ultime vicende relative poi alle elezione dei capodieci - con quanto è accaduto prima, durante e dopo - hanno lasciato "sul campo" strascichi che non fanno certamente bene alla "salute" della Festa. Una specie di caos totale, di un tutti contro tutti, alla fine del quale non ci sono vincitori o vinti.
Resta un senso di amarezza. Ma anche di convinzione che ognuno di noi, nel suo piccolo, qualcosa può e deve fare per dare un segnale.
Nel mio piccolo, da ceraiolo - ma anche da operatore della comunicazione che sulla Festa dei Ceri ha avuto l'opportunità e la fortuna di ascoltare tante voci, di ceraioli del passato e del presente - voglio aprire questa finestra di confronto.
E' solo dal confronto - come in tutte le vicende quotidiane, anche in questa che non è "vicenda quotidiana" (soprattutto per chi la vive dentro in modo autentico) - che si può e si deve ripartire. Cercando di essere costruttivi. Magari anche critici, ma non con polemiche fini a se stesse.
Aspetto le vostre opinioni (sapendo che il mezzo non è di quelli tradizionali, e a qualcuno farà storcere il naso. Ma non è una questione di forma... Ma di sostanza)...
GMA

1 commento:

  1. A corollario della riflessione, va registrata la lettera aperta diffusa stamane da un gruppo di ceraioli di Sant'Ubaldo riunitosi ieri sera che chiede di posticipare ogni decisione per il futuro al periodo successivo al 15 maggio 2010:
    per la lettura integrale della lettera vedi www.trgmedia.it.

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