Peccato però che con quest’ultimo non si faccia classifica e la lotta salvezza resta impantanata a quota 14. Come ormai inossidabilmente da 5 settimane.
Guardare in questo momento la classifica è un po’ come snocciolare la nuova manovra del governo Monti: ci si fa del male, anche se si sa che la medicina non può che essere esercizio amaro.
E allora – cercando di compiere un esercizio sempre più acrobatico, e con quel poco di scaramanzia che resta da spendere – proviamo a vedere cosa c’è da salvare dal match sul sintetico del "Romeo Menti".
Dove per la verità di naturale non mancava solo l’erba, ma anche la vera Juve Stabia: se per un tempo i campani non sono riusciti ad esprimersi ai soliti livelli e con la consueta dinamicità, è stato anche per merito del Gubbio, dell’approccio mentale e della lettura tattica della partita. Il 5-3-2, novità assoluta battezzata da Simoni in questa occasione, ha dato frutti positivi almeno per un’ora.
Simoni a Castellammare, affiancato da Tebi (foto Settonce) |
Difficoltà enormi a creare situazioni favorevoli davanti alla porta, difficoltà ancora più pacchiane a finalizzare. Nelle ultime 5 gare, quelle perse, appena 2 reti, una sola su azione (la più bella del campionato, ma una bella incompiuta e ormai anche isolata), con lo splendido triangolo Ciofani, Bazzoffia, Graffiedi a Vicenza.
Duello Buchel-Cazzolla: vinto quasi sempre dallo stabiese... (foto Settonce) |
Solo un problema di punte? Certamente può essere anche e soprattutto quello, ma non può essere solo un problema di attaccanti. Perché di cross dal fondo, a rientrare non se ne vedono; di giocatori che saltano l’uomo creando superiorità, punizioni o rigori, tolto Bazzoffia, non se ne vedono.
Di manovre in velocità che non siano le percussioni di Mario Rui, non se ne vedono.
E poi, al primo errore, si finisce sempre ko. E non ci si rialza.
Il gol partita di Sau... E pensare che doveva vestire il rossoblù... (foto Settonce) |
Da qui ad allora è il Gubbio, con a fianco i suoi tifosi, che deve cercare di uscire dalla secca di quota 14, curando preliminarmente queste defaillance: da centrocampo in su. Con le buone o con le cattive. A prescindere dal nome dell’avversario.
Che sia Padova o Albinoleffe, a questo punto, conta davvero poco...
Copertina di "Fuorigioco" - 5.2.2011
musica di sottofondo "A fuego lento" - Roxana - (1996)
Nessun commento:
Posta un commento