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lunedì 5 dicembre 2011

Gubbio, continua il "mal di gol"... Ma la medicina non serve solo in attacco

Cambia il calendario, non il risultato. Dicembre non regala per ora sorrisi, come non ne ha offerti novembre. E il refrain del Gubbio resta lo stesso: mancò la fortuna, non l’onore.

Peccato però che con quest’ultimo non si faccia classifica e la lotta salvezza resta impantanata a quota 14. Come ormai inossidabilmente da 5 settimane.

Guardare in questo momento la classifica è un po’ come snocciolare la nuova manovra del governo Monti: ci si fa del male, anche se si sa che la medicina non può che essere esercizio amaro.

E allora – cercando di compiere un esercizio sempre più acrobatico, e con quel poco di scaramanzia che resta da spendere – proviamo a vedere cosa c’è da salvare dal match sul sintetico del "Romeo Menti".

Dove per la verità di naturale non mancava solo l’erba, ma anche la vera Juve Stabia: se per un tempo i campani non sono riusciti ad esprimersi ai soliti livelli e con la consueta dinamicità, è stato anche per merito del Gubbio, dell’approccio mentale e della lettura tattica della partita. Il 5-3-2, novità assoluta battezzata da Simoni in questa occasione, ha dato frutti positivi almeno per un’ora.
Simoni a Castellammare, affiancato da Tebi
(foto Settonce)
Il tempo nel quale i rossoblù hanno imbrigliato la manovra delle vespe, hanno diligentemente coperto gli spazi in difesa, e avrebbero anche potuto tranquillamente segnare 2-3 gol: il condizionale purtroppo resta, perché quando si tratta di buttarla dentro siamo alle solite.

Difficoltà enormi a creare situazioni favorevoli davanti alla porta, difficoltà ancora più pacchiane a finalizzare. Nelle ultime 5 gare, quelle perse, appena 2 reti, una sola su azione (la più bella del campionato, ma una bella incompiuta e ormai anche isolata), con lo splendido triangolo Ciofani, Bazzoffia, Graffiedi a Vicenza.

Duello Buchel-Cazzolla: vinto quasi
sempre dallo stabiese... (foto Settonce)
E’ qui il nodo, intorno al quale si può interpretare l’asfittica classifica odierna: il Gubbio si è ambientato nel pianeta B, gioca alla pari con le altre – la Juve Stabia, senza tener conto della penalità, ha messo insieme più del doppio dei punti dei rossoblù – ma non segna.
Solo un problema di punte? Certamente può essere anche e soprattutto quello, ma non può essere solo un problema di attaccanti. Perché di cross dal fondo, a rientrare non se ne vedono; di giocatori che saltano l’uomo creando superiorità, punizioni o rigori, tolto Bazzoffia, non se ne vedono.
Di manovre in velocità che non siano le percussioni di Mario Rui, non se ne vedono.

E poi, al primo errore, si finisce sempre ko. E non ci si rialza.

Il gol partita di Sau... E pensare
che doveva vestire il rossoblù... (foto Settonce)
Insomma anche ad essere ottimisti, il bicchiere comincia a non esser più mezzo pieno. Gennaio ancora dista troppo per pensare al mercato: almeno per i tifosi, visto che il ds Giammarioli potrebbe aver già messo le mani su qualche giocatore.
Da qui ad allora è il Gubbio, con a fianco i suoi tifosi, che deve cercare di uscire dalla secca di quota 14, curando preliminarmente queste defaillance: da centrocampo in su. Con le buone o con le cattive. A prescindere dal nome dell’avversario.
Che sia Padova o Albinoleffe, a questo punto, conta davvero poco...


Copertina di "Fuorigioco" - 5.2.2011
musica di sottofondo "A fuego lento" - Roxana - (1996)

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