Il mio augurio? Va a tutti quelli che ancora a Natale rispolverano i ricordi da bambini...
L'Albero, il presepe, il calore di una famiglia, la giocata a sette e mezzo, panettone e torrone, l'immancabile film natalizio in poltrona, il golf nuovo indossato per l'occasione, i discorsi dei grandi capiti solo a metà, qualche gioco da tavolo inaugurato dopo pranzo...
Niente come il noioso ripetersi di una giornata, dalle cadenze sempre identiche, affascina e nostalgicamente appassiona, come il giorno di Natale. Anche se non c'è la neve - come sarà quest'anno - anche se addirittura la pioggia renderà tutto un po' più grigio...
Ora forse è un po' diverso. A 40 anni l'atmosfera magica sembra appannata, anche se a tenerla desta ci pensano i tuoi figli: la trepidazione degli ultimi giorni, la letterina scritta maldestramente con nomi e sigle che Babbo Natale faticherebbe a decifrare. E il loro stupore nell'aprire le scatole dei regali . E' come un salto nel tempo. Piacevole ed effimero. Magari non c'è più il puzzle, ma il Nintendo o la Wii. E ad emozionare non è più un biliardino o l'allegro chirurgo, ma le vite interminabili di SuperMario, o un certo Otto Maialotto, che si dice sia andato a ruba in tutti gli outlet della regione... L'euforia sarà forte ma durerà poco, è sempre stato così.
Tra qualche giorno anche quei luccicanti apparecchi agognati per giorni e giorni perderanno un po' del loro appeal, dopo ore di bulimia ludica. Vorrà dire che anche questo Natale se ne sarà andato...
Chissà com'è il Natale al caldo. Non c'ho mai pensato, magari prima o poi... Intanto mi capita di imbattermi in una mia foto da piccolo, Natale del '74 o massimo '75, con un pallone da calcio nuovo, immortalato davanti a un paio di foto dei Ceri a casa degli zii. Parete color cachi - come andava in quegli anni - decisamente vintage, come lo sarebbe stato vedere il look dei miei, pantalone a zampa d'elefante, camicie dai becchi vistosi, con geometrie improbabili e colori tra l'esotico e il kitsch.
E' la foto che ho ritrovato per lo spot augurale di TRG, che quest'anno, su idea di Cinzia Tini, abbiamo corredato con le nostre istantanee del periodo infantile.
In fondo il Natale è anche questo: tornare un po' più bambini (di quanto non lo siamo negli altri giorni dell'anno...).
Mi affaccio dalla finestra. E mentre non cessa di piovere, nel vicoletto a fianco un gruppo di volenterosi sta completando il presepe vivente. Sono gli amici di Riccardo.
E lui è come se fosse lì. A ricordarci che il Natale non è solo luci e sapori, giochi e calore domestico. E' anche ricordo intimo. E' anche sentire viva la presenza di chi non c'è più. Ma in realtà c'è ancora...
E' un abbraccio, infinito. Che non ha bisogno neppure di queste righe... per essere spiegato.
Auguri. Non è il protocollo a suggerirli. Ma quello che sentiamo dentro.
Pensando a qualche anno fa. Ma compiacendoci, ancora oggi, di un giorno immancabile...
sabato 24 dicembre 2011
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