Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

domenica 11 dicembre 2011

Toglieteci tutto, ma non i privilegi: parola del Parlamento made in Italy...

E' tempo di vacche magre, è tempo di sacrifici. La ricetta Monti, a conti fatti, non si discosta granchè dalle precedenti.
A suo discapito, il prof della Bocconi può addurre due fattori: di non essere certo lui - e i prof che ne compongono il Governo - i responsabili della voragine dei conti dello Stato; e di non avere molte più cartucce da sparare, in questa fase nella quale sono richiesti interventi "rigorosi e immediati".
Si può disquisire - come fa giustamente Gramellini in "Che tempo che fa" di ieri sera - che non c'è bisogno di convocare il gotha della galassia universitaria italiana per aumentare Iva, benzina e reintrodurre Ici, sotto le mentite spoglie dell'Imu. (vedi link, imperdibile... da cospargere sapientemente sulle coscienze ed intelligenze naviganti on line)
http://www.youtube.com/watch?v=OL9imYXoVKE
Bastava un governo Andreotti qualsiasi (di quelli accavallatisi tra gli anni Settanta e Ottanta)...

Ma l'aspetto più stucchevole e ribollente delle polemiche di questi giorni, non sta tanto nelle misure: è un olio di ricino post litteram, da ingurgitare senza se e senza ma, a distanza di 60 anni. Stavolta non per il littorio ma per restare in Europa (fatta salva ovviamente la Regina, intesa come il Regno Unito che si è tirato fuori dalla mischia).
Il lato più arrogante e insopportabile di tutta la vicenda - e parliamo di crisi - è la resistenza (altro termine non mi viene, me ne scuserà chi ha perso la vita per questo) che i parlamentari italiani stanno mettendo in atto pur di difendere, col coltetto tra i denti, stipendi, vitalizi, onorari e privilegi che l'ancien regime garantiva loro.

Illuminante - senza rivangare i vari libri del duo Stella-Rizzo - è il pezzo di oggi su "La Stampa" di Marco Baroni.
http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/433893/

Come lo è, a suo modo, la riflessione che nel nostro piccolo ci invita a metabolizzare, il fondo di Giovanni Codovini, sulla prima de "Il Giornale dell'Umbria", nella quale si chiede: "Dove sono le nostre province nella classifica della qualità?". Già, le famose graduatorie statistiche nelle quali si scopre che Perugia e Terni continuano ad impantanarsi in rendimenti in continuo ribasso, che fanno dell'Umbria in realtà un'appendice padana del Meridione.
E mentre i nostri politici provinciali si stracciano le vesti, minacciando ricorsi alla Corte Costituzionale, pur di salvare la "bandierina" del proprio ente, si scopre che quei parametri che dovrebbero dirci se i servizi funzionano, se le imprese possono avere terreno fertile per crescere e investire, se la giustizia può dare risposte, se la sicurezza non è solo uno slogan, sono tutti emblematicamente allarmanti.

Ma intanto il Palazzo continua le sue battaglie: ovviamente per difendersi le pensioni, per non arretrare di un centimetro su indennità e benefit (il Presidente della Camera Fini ha ammonito il Governo a non "immischiarsi" in faccende che non lo riguardano... complimenti...), per gridare "armiamoci e partite" invitando gli italiani a dissanguarsi perchè la crisi è grave, ma tenendosi fuori dall'arena del sacrificio, senza correre alcun rischio di sporcarsi le mani e veder intaccato il proprio status di vita.

Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore, con il dibattito a Montecitorio.
Certo è che l'esempio virtuoso del premier Monti  - che magari avrà avuto poca fantasia nella manovra, ma un primo passo indietro lo ha fatto rinunciando allo stipendio - rischia di rimanere un "eroismo isolato".

La gente dovrà prenderne nota. In attesa delle prossime elezioni.
C'è la crisi, ma almeno un cervello, una matina e un foglio di carta (oltre al blog), ancora ci resta...

1 commento:

  1. Tutto amaramente vero ahimè.
    La speranza è che dopo questa manovra "salva" Italia, passino a fare riforme strutturali che rilancino il paese, a questo servirebbe il gotha Monti. Almeno Speriamo.

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