Si parla di crisi, ma spesso si ignora un dato essenziale: non c'è solo crisi produttiva, non c'è neanche solo crisi di idee. C'è soprattutto carenza di liquidità.
Non ci sono "soldi in giro" - per dirla in parole povere; i rubinetti delle banche sono quasi sigillati - tra i protocolli stringenti delle Basilee 2 e 3 e il rischio di insolvenza che gli istituti di credito hanno sempre preferito riversare sul cliente; e anche chi non sta messo male, ora ha la scusa (appunto, la crisi) per dilazionare sine die i propri pagamenti (contribuendo a sua volta a ingessare l'intero sistema del mercato): perchè pagare a 30 o 60 giorni, se tanto tutti ormai scivolano a 90-120 e lo Stato è il primo a dilatare i pagamenti anche oltre i 360 giorni?
"A pagà e morì, se fa sempre 'n tempo" - recitava un'antico adagio eugubino. Mai così attuale come il presente ci conferma.
Ma se la ricetta per evitare la dipartita è ancora remota - benchè non manchino, anche nelle nostre lande, personaggi che credono che una sorta di immortalità possa essere raggiunta - c'è chi da tempo si sta organizzando per l'altro fronte caldo: quello delle riscossioni.
La domanda più frequente che un imprenditore oggi si pone non è: "Come faccio ad ampliare il mercato clienti?" ma piuttosto è diventata: "Come faccio a farmi pagare?".
Ecco, un consiglio voglio lanciarlo da questo blog.
In Spagna sono avanti. Non so se è l'aria della penisola iberica, la tradizione di certe leggende o di costumi, o più semplicemente un pizzico di furbizia in più.
Però l'hanno studiata davvero geniale...
Se doveste andare a Madrid o Barcellona, e imbattervi per strada in un tipo vestito da Zorro, o da torero, o semplicemente un distinto signore in frac, che esibisce un cartello con su scritto: "Signor Sanchez, sono venuto a riscuotere il suo debito!", non pensate male.
Intanto perchè un terzo degli spagnoli si chiama Sanchez (l'altro terzo Rodriguez, l'altro terzo Gonzales... poi se la matematica non mi tradisce non dovrebbero essercene altri...).
Ma soprattutto perchè si tratta di una normalissima (e astuta) forma di "marketing esattoriale": niente solleciti, diffide o lettere di avvocati (che tra l'altro finiscono per sorbirsi, quando va bene, quasi l'intero importo del credito). Niente inutili attese di un cliente che sua sponte non verrà mai a pagare e che quando lo incroci per strada, vedi che fa finta di telefonare e imbuca un negozio, oppure se lo "tampini" in azienda, ti manda a dire che è in riunione e ne avrà per tutto il giorno.
Niente di tutto questo. Più semplicemente si tratta di un cobrador, un professionista del "recupero crediti", venuto a fare una "visitina di cortesia".
Zorro o anche il torero, o il vecchio in frac, non sono figuranti ma veri e propri professionisti che si piazzano di fronte alla sede dell'azienda debitrice, o a fianco dell'imprenditore debitore, quando esce e magari va in farmacia, al ristorante o a vedere la partita: non gli parla, non necessariamente gli dice nulla, tutt'al più la fatidica frase giusto per ricordargli quel "conticino".
Ma la gente vede Zorro, vede il torero, vede la scritta sul cartello (spesso il professionista arriva pure con un'auto personalizzata) e capisce. E in Spagna, avere a fianco, tutto il giorno, un tizio vestito da Zorro non è un bel segnale.
Morale? Si fa di tutto per toglierselo di torno. Il modo più semplice? Pagando il debito. Ed ecco che la faccenda è risolta.
Sembra una boutade, uno scherzo da "Amici miei", una carnevalata. Invece la prima società di riscossione crediti che ha optato per la strategia di "costume" ha già 20 anni di vita e 500 dipendenti (che operano ovviamente in "incognito"): certo, 20 anni fa, non avrebbero mai immaginato che prima o poi questo escamotage pittoresco sarebbe diventato una sorta di "uovo di Colombo" della crisi internazionale.
Però pensateci: se doveste vedere qualcuno vestito, che so io, da Pulcinella (anzichè Zorro) o per stare dalle nostre parti, da console dell'epoca Comunale, di quelli che stanno sulla scalea del Palazzo dei Consoli per le più importanti manifestazioni folcloristiche, o presiedono alla assegnazione della "Patente da Matto", chissà,vorrebbe dire qualcosa...
Che magari qualcuno - leggendo questo blog -ha visto bene di avviare un'impresa di recupero crediti, affidandosi ad un metodo colorito ma decisamente efficace...
In fondo se non lo si fa nella Città dei Matti? E soprattutto, se non lo si fa proprio ora?
domenica 18 dicembre 2011
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