Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 21 dicembre 2011

Simone in maglia azzurra. E un premio in classifica al Gubbio: sarebbe un segnale "rivoluzionario" di un calcio più vero...

Un manifesto quasi premonitore...
Il Presidente del Gubbio Marco Fioriti non vuole che venga "beatificato": forse per proteggerlo, forse perchè è costume di questa società operare lontano dai riflettori.
Ma Simone Farina, volenti o nolenti, è il personaggio calcistico - e forse mediatico - del momento.
Finalmente in prima pagina finisce una buona notizia. Qualcuno che si ribella, qualcuno che va controcorrente. Che non subisce, non si appiattisce, non mostra passività di fronte alla "livella" del denaro facile; di fronte alla scorciatoia di un incasso succulento e magari, in prospettiva, anche di una salvezza "pronto uso" per la propria squadra.
L'ho visto sereno, sorridente anche se sempre umile e un po' nascosto, durante la cena natalizia della società: neanche lui, come la squadra, come l'ambiente rossoblù, adora i riflettori. Ed ora si "gode" il silenzio stampa.
Sebbene sia persona squisita, affabile e sempre disponibile ai microfoni (ricordo di averlo invitato qualche settimana fa a "Il Rosso e il Blu" e solo per un impegno familiare mi ha dovuto disdire, ma precisando: "La prossima volta, ci sarò di sicuro..."). Chissà magari sarà presto...

Intanto posso capire che per Simone non siano questi giorni facili. Perchè tutti, a parole, ti beatificano, ma il tuo essere in vetrina può diventare anche un fattore di pressione. E anche di qualche apprensione. Perchè l'organizzazione che si profila dalle risultanze delle indagini non sembra essere quella di due pizzicagnoli intenti ad arrotondare la futura pensione.
Impressionante leggere il verbale di deposizione che il terzino rossoblù ha rilasciato - oggi pubblicato da "Il Giornale".
http://www.ilgiornale.it/interni/verbale/21-12-2011/articolo-id=563551-page=0-comments=1

Lo vogliono in maglia azzurra, Simone Farina: è un gruppo di tifosi che ha aperto una pagina facebook in cui chiede al CT Claudio Prandelli - uno dei signori del calcio, sia in campo che in panchina - di dare un segnale. E che segnale...
Ricordo quando la Nazionale azzurra, con Don Luigi Ciotti, è andata ad allenarsi nei campi calabresi confiscati alla 'ndrangheta. Un messaggio straordinario da un mondo, quello pallonaro, che spesso appare vacuo e frivolo, tutto gel e cerchietti, I-pod infilati nelle orecchie quando si scende dal pullman e serate in discoteca: e invece, per fortuna, c'è anche gente per bene.
Nel senso antico della parola. Persone semplici, ma dai valori solidi. Non sarà la maggioranza, chissà... ma proprio per questo teniamocela stretta. E soprattutto - di questi tempi, e con storie del genere - stringiamoci attorno. O se preferite, "a coorte".
E allora una presenza in maglia azzurra per un giocatore capace di dire no alla corruzione, alla facile tentazione, alla scorciatoia, al mezzuccio all'italiana, sarebbe un gesto straordinario di chi non solo non abbassa la testa, ma neanche si rassegna.
Forse ha ragione il presidente Fioriti: non bisogna essere eroi per fare cose normali e dovute. Ma oggi, di questi tempi, con le logiche quotidiane del "risultato ad ogni costo" (in campo come nella vita), restare normali e dire di no, è sempre più difficile. Non sarà eroico, ma certamente resta esemplare.

Come ricorda, con la consueta leggiadrìa, nel suo editoriale di ieri, Gigi Garanzini su "Il Sole 24 ore"...
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-20/juve-cerca-allungo-natale-083259.shtml?uuid=Aag9ztVE

Un anno fa: la squadra rossoblù fa a pallate
di neve con i tifosi dopo Gubbio-Cremonese
Un altro imput, che potrà apparire quasi una boutade, ma non lo è. Nell'ordinamento sportivo c'è una norma, poco simpatica. Si chiama "responsabilità oggettiva". Di solito, se ne parla quando un tifoso lancia in campo una monetina e la squadra perde la partita. Ultimamente, anche perchè qualche giocatore scommette i propri denari in modo illecito e la squadra si becca i punti di penalizzazione.
La società in entrambi i casi, c'entra poco nulla. Ma paga salato il conto che viene dagli spalti o dagli spogliatoi.
Stavolta la responsabilità oggettiva, per quanto tecnicamente poco comprensibile, dovrebbe funzionare al contrario: premiare, anzichè penalizzare, chi ha avuto la forza di dire di no. E allora - in questa fattispecie - premiare magari con dei punti in classifica, la squadra e la società nel cui ambito è avvenuto un gesto così importante.

Qualcuno sorriderà. Penserà che in fondo è un modo agile per assestare l'attuale graduatoria scomoda dei rossoblù.
Ma pensiamoci un attimo: se Farina avesse accettato, forse la contropartita non sarebbe stata solo il denaro e la sconfitta in Coppa. Ma anche un aiutino finale in campionato...
Insomma la classifica alla fine può anche entrarci in questa vicenda.

Il Gubbio, e su tutti Simone, sono a testa alta.
Ora però tocca al calcio capire che non solo questa storia ci lascia una speranza e un esempio fulgido. Ma che è giusto che venga valorizzato soprattutto tra i più giovani, tra i calciatori, tra i tifosi, tra i dirigenti...
Premiando chi ne è stato protagonista: semplice, silenzioso ma autentico...


Tratto dalla copertina di "Fuorigioco" di mercoledì 21.12.11
Musica di sottofondo: "Mi fido di te" - Jovanotti (2005)

1 commento:

  1. Il CT Prandelli ha raccolto il nostro invito: segno che abbiamo di fronte una grande persona che, come Farina, con grande semplicità, vuole lanciare un messaggio. Simone non è solo. E il suo gesto resta scolpito nella memoria di milioni di tifosi e appassionati di calcio...
    http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/calcio/lstp/435570/

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