Sono 363 giorni esatti. O meglio, lo saranno, domani, quando il Gubbio scenderà in campo al “San Francesco” di Nocera Inferiore. 363 giorni, praticamente un anno, dall’ultima vittoria esterna in campionato.
Non è un bel record, ma la sfida con la Nocerina ha un peso specifico così importante per la classifica e per la corsa salvezza che conta poco il computo dei giorni dai quali dista l’ultimo acuto.
Era il “Giglio” di Reggio Emilia, il 13 marzo 2011, quando il soldatino Alfredo Donnarumma fiondava in rete con il bacio del palo il penalty concesso dall’arbitro Irrati di Pistoia per un mani in area su azione dello stesso attaccante catanese: un gol che avrebbe regalato al Gubbio di Torrente una vittoria di platino per tenere a debita distanza il Sorrento. E il cui valore si sarebbe apprezzato un mese e mezzo dopo, proprio nella sfida diretta a Sorrento, sempre agli ordini di Irrati di Pistoia.
Ironia della sorte sarà ancora Irrati di Pistoia a dirigere domani il Gubbio e mettetela un po’ come volete, ma ci vediamo quasi un segnale premonitore.
Non basterà però la cabala per uscire con un risultato positivo dal catino di Nocera: per i rossoneri di Auteri siamo già oltre l’ultima spiaggia, è la partita della disperazione, della scialuppa già calata in mare e forse già lontana dal Titanic. Ma sarebbe illusorio pensare che l’undici campano regalerà qualcosa.
Il Gubbio dal canto suo non ha scelta: prendere e riportare almeno 1 punto, o lasciare che le proprie scialuppe di salvataggio si allontanino ancora un po’.
Le ultime 13 giornate di campionato chiameranno la squadra di Simoni a veri e propri anticipi play out: Nocera, ma soprattutto in casa tra 8 giorni con il Crotone, tra 3 settimane col Livorno, tra un mese con il Vicenza e a maggio con la trasferta di Empoli e di nuovo in casa con l’Albinoleffe.
Ma fare tabelle è esercizio ozioso e inutile. Il campionato di quest’anno resta illeggibile: la quota salvezza pare essersi abbassata, le indagini in corso sul fronte scommesse rendono tutto molto precario, e con gli 007 in campo, il fine campionato difficilmente renderà morbide partite contro avversari fuori dai giochi.
Insomma il muro salvezza ha bisogno di mattoni veri e non di stock option fatte di dichiarazioni o fiducia fine a se stessa. E il mattone di Nocera Inferiore è di quelli pesanti. Simoni – le cui scelte non hanno convinto tutti negli ultimi tempi – potrebbe di nuovo cambiare modulo e affidarsi a Guzman dietro due punte.
Ma al di là dei numeri, continuiamo a pensare che sia l’atteggiamento con cui si affronta l’avversario, specie in trasferta, il vero banco di prova della squadra. Si può giocare anche con una sola punta, ma se si gioca per vincere lo si capisce solo vedendo i primi anticipi e contrasti a centrocampo.
Poi ci sta anche la tattica, ci stanno i giocatori – preferibilmente nel proprio ruolo – ci sta il saper stare in campo, il coprire gli spazi, il raddoppio in marcatura, la sovrapposizione in fase offensiva.
E ci sta lo spirito con cui si cerca e si vuole il risultato. Di tutti quelli elencati, certamente l’ingrediente più importante.
Quello che farà la differenza da qui ai prossimi 3 mesi nella via della salvezza…
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