Non conoscevo Luca Rosi, non credo di averlo mai incrociato davanti al bancone di uno sportello bancario, o in un campo di calcio.
Ma conosco tanti suoi amici e conoscenti. E tutti me ne hanno parlato come di una persona solare, di straordinaria vitalità, voglia di vivere, spirito di iniziativa.
Il suo gesto, estremo, di proteggere la fidanzata da un destino che non aveva bisogno di essere spiegato, ne sottolinea quelle doti e quelle virtù di cui oggi si sente parlare, anche da chi - come il sottoscritto - non ha mai avuto nè modo nè fortuna di conoscerlo.
Una storia triste, brutale, indicibile.
Una storia, quella di Ramazzano, che è uno squarcio che ferisce in profondità il senso più intimo della nostra piccola ma accogliente comunità umbra.
Perchè teatro di questa aggressione da film western - la cui efferatezza può essere semplicemente immaginata pensando che il tutto è avvenuto alla presenza di un bimbo di 8 anni - è proprio un piccolo borgo: un microcosmo, quel tipico contesto dell'Umbria tranquilla, dove ci si conosce tutti, dove ancora ci si saluta per strada, ci si dà la pacca sulla spalla, ci si dà del tu, perchè in fondo, se non si è andati a scuola insieme, forse si è giocato a calcio insieme, si è andati all'oratorio insieme o magari si è amici di bar.
E' l'Umbria più quieta, serena e anche rassicurante, ad essere sconvolta, come fosse il peggiore dei terremoti, da questa vicenda: dalla dinamica, barbara e crudele, all'incredibile escalation - che nelle ultime settimane ha fatto registrare la cronaca in queste zone - al senso di lutto collettivo.
"Non è più tempo di lasciare le chiavi sulla porta", dirà qualcuno superficialmente (come si è già sentito in qualche inutile trasmissione tv, di quelle pomeridiane, dove improbabili opinionisti parlano di tutto, senza conoscere il più delle volte ciò di cui si occupano).
L'uccisione di Luca Rosi è qualcosa di molto più grave e tangibile, di molto più forte e dirompente. E' una ferita ed un monito anche alla cultura dell'accoglienza di questa comunità, di questa regione: perchè è giusto non generalizzare, ma è altrettanto difficile (se non impossibile) tenere sotto controllo i naturali istinti protettivi (se non vendicativi) che pagine tristi e brutali come questa finiscono per provocare. Perchè tutto finisce in discussione. Anche le parole di carità, tolleranza e perdono che una morale cristiana ci evoca naturalmente. Ma che, almeno in queste prime ore di metabolismo del dolore, è impossibile fare proprie...
Il sindaco di Perugia Boccali, con i parenti di Luca Rosi |
E' proprio l'insicurezza della legge e della sua puntuale attuazione, l'elemento che si aggiunge alla precarietà quotidiana, resa ancora più flebile dalla cruenza di questa vicenda.
Non si è più sicuri neppure in casa. Neppure nelle ore diurne (l'irruzione di Ramazzano è avvenuto alle 22 del venerdì sera, praticamente di giorno). Neppure tre le mura domestiche, neppure con le dovute cautele (allarmi, strumenti deterrenti).
Non si è sicuri neppure di vivere più in Umbria. Che tra tante piccoli grandi problemi, custodiva ancora un ineguagliabile virtù: la quiete e la sicurezza di poter stare, sufficientemente sereni, nelle proprie mura domestiche.
Oggi più che mai, la comunità umbra ha bisogno di riconquistare tutto questo. Ma non sarà facile. E non potrà avvenire subito...
Commenti da facebook -
RispondiEliminaLuigi Grelli -
Mi riferiscono alcuni conoscenti di Ramazzano, che mentre si svolgeva la manifestazione per Luca, ( naturalmente non sono in grado di verificare ) turpi individui sono penetrati in abitazioni ed effettuare furti !!!!!!!!!!.
In queste ore gr...ande e' il dolore per la perdita di un nostro caro figlio, cosa dovrebbe accadere ancora di piu' per porre fine a questa continua balordaggine di individui che non hanno nessun rispetto, nessuna pieta' verso persone e famiglie oneste !!!!!! ( Stranieri o italiani ). Purtroppo sembra che siano protetti e possono scorazzare indisturbati ed una volta presi subito rilasciati !!!!!!! E' davvero grave che nel nostro Paese nessuno rispetti obblighi e doveri necessari per un vivere civile. Quardate quello che succede in India a quei nostri militari sbattuti in carcere e forse condannati, qui gli stessi indiani non ricevono un trattamento eguale !!!!!!: Comunque nessuno vuol prendere provvedimenti, far rispettare le Leggi si vuole portare il nostro Paese su una situazione di vero pericolo.
Alla Presidente della Regione Catiuscia Marini alle Autorita' competenti un invito, che tanti richiedono, ad intra prendere quelle azioni tanto necessarie affinche' simili episodi non si verifichino piu'.
Laura Barbanera -
Credo che l'appello accorato sia rivolto alle persone sbagliate: come può pensare che possano avere la reale volontà di cambiare coloro che da decenni professano e praticano i principi della integrazione, dell'accoglienza e della tolleranza... verso individui (se così si possono chiamare) che spesso non sono interessati ad integrarsi ma che pretendono di imporre la loro cultura e le loro tradizioni e che nel migliore dei casi vengono per arricchirei e trasferire nei loro paesi tali ricchezze? Siamo lontani dalla soluzione, a guardare i corresponsabili a braccetto con chi dovrebbe essere indignato per aver perso un figlio ucciso barbaramente!
Ma stavolta se beccano sti stronzi si evitino processi inutili e se sono armati via dalla faccia della terra subito...o che in carcere qualcuno faccia giustizia equa con tagliamento di coglioni questo sarebbe un bel segnale a far capire a sta gente che se vengono in questo paese devono anche aspettarsi una risposta ferma e decisa...occhio per occhio dente per dente qui si tratta di difendersi e quando si tratta di difendersi tutto è lecito.
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