Perché quella subìta a Nocera Inferiore non è solo una partita persa, non è solo uno scontro diretto sfumato in zona Cesarini – come era già accaduto a Crotone ed Ascoli. Non è solo l’ennesima resurrezione concessa ad un’altra pericolante che pur lontana 4 punti è ringalluzzita come pochi altri, avendo ritrovato una vittoria interna che mancava dal 29 ottobre scorso.
La sconfitta con i rossoneri campani è un punto di non ritorno per tutti: società, staff tecnico e squadra. Saranno le prossime 2-3 gare a dirci di che colore si tingerà l’epilogo di questa stagione.
Certo è che il Gubbio ha fatto il possibile per complicarsi la vita da solo. Fin dalla scorsa estate, diciamocela tutta. Con una serie di errori, di varia natura, che inanellati hanno portato al risultato di oggi. Ma oggi non è tempo di fare processi: già bastano quelli che vanno in scena nei bar, nelle edicole, per strada e da tempo anche su internet. Non c’è più il giudice Santi Licheri per emettere sentenza e comunque l’unico togato legittimato a farlo sarà il rettangolo verde. I conti si fanno alla fine.
I tifosi rossoblù a Nocera: pochi ma fedelissimi... nonostante la cocente delusione |
Ora è il momento di puntare ad arrivare a quella fine giocandosi le restanti chance. E giocandosele davvero. Se non con la tecnica – che pure non manca ai giocatori rossoblù – se non con la tattica – che è variata di continuo – almeno con il cuore, la determinazione, la carica agonistica, la cattiveria sportiva, la voglia di non mollare mai.
Tutte prerogative fatalmente assenti nelle gare in trasferta e soprattutto nella partita con la Nocerina, nella quale invece ci si aspettava un Gubbio col coltello tra i denti.
E se da un lato può essere richiamata la sfortuna per il gol da cineteca incassato al 48’ della ripresa (dopo la "frittata" nel primo siglato su tiro cross di Negro), non può essere sfortuna il quarto d’ora finale nel quale i rossoblù hanno concesso campo e occasioni alla squadra di casa, che prima della prodezza del peruviano Merino, avevano sfiorato il gol in altre 4 occasioni: più di quante ne avevano messe insieme probabilmente dall’inizio dell’anno.
E dall’altra parte, appare impensabile che contro la peggiore difesa del campionato la squadra di Simoni abbia saputo tirare in porta due-tre volte, trovando il jolly con la prima rete in rossoblù del vichingo Lofquist – unica nota lieta della giornata – ma perdendo su una delle rari occasioni Daniele Bazzoffia, il cui nuovo stop muscolare getta altre nubi fosche sull’immediato futuro offensivo eugubino.
Alessandrini guida il primo allenamento dopo il ritorno a Gubbio (foto immagini TRG) |
Quella vista a Nocera non è parsa una squadra, ma un gruppo di giocatori.
Per Alessandrini è una chance senza precedenti. Per il Gubbio ha la parvenza dell’ultima fische da giocarsi nella roulette salvezza: già da sabato contro il Crotone si capirà se la sveglia c’è stata, se – al di là della classifica ancora non del tutto compromessa – il Gubbio è una squadra.
Ed è una squadra che vuole davvero salvarsi…
Copertina di "Fuorigioco" - lunedì 12.3.12
musica di sottofondo: "50.000 lacrime" - Nina Zilli (2012)
Da facebook commenti sull'infortunio di Bazzoffia (quasi due mesi di stop):
RispondiEliminaArianna Angeli -
Come ho già detto è il colmo che uno di Assisi si sia infortunato in uno stadio dedicato a S. Francesco!!
Simone Filippetti -
Non ci voleva proprio. Mi sa che quest'anno, caro Direttore, il Dvd sarà "Eravamo in 4 gatti a sussurrare: torniamo in Serie C".
E' vero, Simone, il quadro è poco ottimistico. Ma restano due elementi a confortare la speranza: che ancora la classifica non è irrimediabile e che ancora sugli spalti non ci sono 4 gatti, ma 4 mila tifosi... Se tra un mese sarà ancora così (sia per l'uno che per l'altro elemento) credo che invece ci salveremo...
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