Pochi ma pazienti... all'"Olimpico" di Torino (foto Settonce) |
Ci sta di perdere all’Olimpico di Torino, e nessuno si illudeva che quello che non era mai successo in tutta la stagione potesse accadere niente meno che in casa della capolista. Ma ci sono tanti modi di perdere.
E’ stato invece proprio il Gubbio a trasformarsi nella medicina miracolosa che ha rigenerato l’undici di Ventura – dato in crisi da qualche settimana.
La grinta di Bianchi (foto Settonce) |
C’è una squadra che regge 40’ l’impeto, neanche insostenibile, della formazione di casa, tiene anche bene la diga per quasi un tempo. Poi al primo scricchiolìo, il crollo totale: l’1-0 regalato con situazione difensiva quasi imbarazzante – attaccante spalle alla porta che viene lasciato entrare praticamente col pallone in rete – e nella ripresa partita che dura lo spazio di 46 secondi, quanti ne bastano a Guberti a fiondarsi sulla fascia indisturbato a servire Antenucci che tutto solo segna un gol così facile da credere che sia solo un allenamento.
E così, come un cameriere che tiene a malapena una pila di piatti, il Gubbio si ritrova d’un colpo steso sopra i cocci di un sabato pomeriggio da incubo. Appesantito e non poco, anche dalle concomitanti vittorie di Ascoli e Nocerina: che avranno pure goduto di chiare sviste arbitrali (due gol in fuorigioco donati ai bianconeri, due rigori invertiti per i campani) ma loro continuano a lottare e a crederci.
Dopo la debacle, l'accoglienza non può che essere questa ... (foto Giornale dell'Umbria) |
I tifosi non ci stanno, qualcuno ha ironizzato – intonando il miserere a fine gara fuori dallo stadio - parecchi hanno scelto la contestazione fin da sabato notte. Difficile biasimarli, anche se ogni protesta deve restare sempre nei binari della civiltà. La delusione è tanta. Tangibile.
Gigi e Marco, delusi e "abbacchiati": proprio come i tifosi rossoblù (foto Settonce) |
Ma non ad una squadra come quella vista all’Olimpico, non con giocatori che mostrano in campo con la stessa tensione agonistica che si sente a luglio nell’infilare un paio di infradito.
Eppure qualcosa di buono deve esserci, se finora sono stati messi insieme 27 punti. Ora non conta più chi c’è e chi manca (ad esempio, Bazzoffia, mai rimpianto come oggi). Conta raccogliere le energie rimaste, la rabbia, le motivazioni che un’umiliazione come quella di Torino deve pure smuovere. E sicuramente l’orgoglio dei giocatori che questa serie B si sono guadagnati sul campo (come dimostra la prova di Boisfer, che a Torino è stato forse l’unico a poter uscire a testa alta).
Conta lottare, finchè c’è possibilità di farlo: perché perdere e retrocedere ci può anche stare ma non rovinando tutto, non finendo anche per rompere definitivamente un bellissimo giocattolo…
Copertina di "Fuorigioco" - lunedì 26.3.2012
musica di sottofondo: "Zombie" - Cranberries (1995)
Se si fa la distinzione tra vecchi e nuovi, è finita: ogni giocatore deve essere giudicato, serenamente e nel merito, per quello che può dare in senso tecnico-tattico alla squadra, alla quale serve di aumentare la compattezza attraverso una maggiore densità a centrocampo e sulle fasce laterali e di fare giocate semplici ma precise e veloci. Comunque è innegabile che giocatori come Boisfer (e io dico anche Briganti), non saranno fenomeni, ma ce ne fossero! Purtroppo gli allenatori hanno dato retta ai mormorii del pubblico, che notoriamente è incompetente
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