Due anni fa, su questo blog, mi facevo una domanda provocatoria: ha ancora senso festeggiare l'8 marzo? La domanda, tutt'altro che retorica, era rivolta a me stesso ma in realtà soprattutto ai frequentatori (e frequentatrici) di questo circolo virtuale, e speriamo non vizioso, che il blog. Una sorta di piccolo cenacolo nel quale il clic sostituisce uno sguardo o un sorriso (che non è poco), ma non nega una riflessione. Specie se non condivisa (non sto a scomodare Voltaire sennò finiamo a riparlare di giustizia).
Innanzitutto resto di quella opinione.
L'8 marzo è ormai rimasta una festa soprattutto per i fiorai (che devono pure vivere, no?). Non mi va di deprimere dunque la soddisfazione di chi ha la sensibilità (e la fantasia) per regalare una mimosa, per sognare qualcosa di speciale nel farlo... Speriamo che la stessa sensibilità appartenga poi anche a chi la riceve... (le tante ragazzine che con tanto di mimosa, approfittano dell'8 marzo per assistere ad uno streap maschile, non so quanta ne possano vantare... va beh...).
Questo 8 marzo, questa specifica data 2012, ha un significato particolare. A darglielo è stata una donna, nella fattispecie la Presidente della Regione dell'Umbria, Catiuscia Marini. E una sua lettera dedicata ad un uomo. Un uomo di 38 anni che non c'è più: è morto venerdì scorso per difendere la sua fidanzata da una probabile violenza sessuale. Poche righe - che ho letto stasera nella trasmissione "Link" speciale su Ramazzano (in onda su TRG).
Poche righe ma cariche di sensibilità.
In questo blog ho voluto unirle a quelle di un'altra donna, una delle più assidue frequentatrici di questo blog. Che su quella storia mi ha inviato una sua profonda, personale e straordinaria riflessione.
Ecco, il mio 8 marzo, quest'anno, ha un senso in queste parole. Che aiutano - per quanto il sapore della disgrazia sia ancora tangibile, e chissà per quanto ancora .... - a guardare avanti. E a sperare che la morte prematura di un ragazzo di 38 anni, non sia avvenuta invano...
"Luca, un giovane uomo, ha compiuto un gesto antico degli uomini. Ha reagito, mosso dai suoi sentimenti e legami affettivi, per proteggere le donne, le sue donne, la madre e la compagna ed il bambino, suo nipote. E' stata per lui una reazione forte, naturale, un gesto guidato dalla profondita' dei legami affettivi e sentimentali. Ma Luca si e' trovato di fronte uomini belve infernali, uomini violenti che uccidono senza alcuna pieta' umana, incapaci di fermarsi di fronte alla vita delle persone, privi di ogni scrupolo e rispetto. Hanno sparato per uccidere, guidati solo da violenza cieca e barbara, hanno agito con rabbia violenta, puntando anche l'arma sul bambino e forse intenzionati ad aggredire una delle donne.
Le donne, spesso, piu' di quanto possiamo immaginare, conoscono questo volto feroce della violenza maschile vissuta sui loro corpi, non solo il volto violento degli sconosciuti, ma spesso anche il volto conosciuto di un padre, di un marito, di un compagno, che si fanno belve. Gli uomini non sempre colgono la brutalita' della violenza maschile, di cui frequentemente sono vittime donne e bambini. Luca ha visto in volto quella barbarie, ha colto probabilmente nella concitazione dell'aggressione gli obbiettivi possibili proprio nelle persone piu' care, la madre, la compagna, il piccolo nipotino.
Luca ha compiuto un gesto naturale, delicato, affettuoso, ma aveva di fronte a se' uomini privi di ogni vincolo di moralita', feroci e brutali. Luca ha sconvolto l'ordine immorale dei violenti, il volto dell'umanita' gentile di figlio, di zio, di compagno, per il quale il rispetto della vita, delle persone care, dei sentimenti prevale.
Luca e' stato ucciso con la rabbia che spesso gli uomini riservano alle donne. Luca e' morto perche' ha provato a difendere da quella rabbia le persone a lui care. Interpretando i sentimenti e la cultura di tante donne, penso sia giusto dedicare questo 8 marzo 2012 a Luca, ed al suo gesto antico e gentile, di rispetto per le donne.
Alla mamma Ilvana, alla compagna Mary, la solidarieta' ed il rispetto silenzioso delle donne umbre. Un silenzio di dolore, con la forza delle donne che vogliono fermare questa folle brutalita'''.
Catiuscia Marini
Dalla rappresentante istituzionale - che ha parlato però anche con la voce della persona e non solo del soggetto rappresentato - ad un'amica. Un'amica di facebook e di questo blog. Che conosceva Luca. E che lo ha voluto ricordare per quello che era. Per come era. E per come resterà per tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo...
"Sono giorni di paura e di rabbia per le nostre comunità umbre. Di paura perchè non siamo abituati ad avere la cultura del sospetto per chiunque , anzi tendiamo spesso ad essere innocentemente superficiali. Ancora stentiamo a non tenere le chiavi allenostre porte, alle nostre auto e, purtoppo, per una forma di autodifesa, pensiamo ancora di vivere in un'isola felice. Tutto questo è utopia e la morte di Luca, come in un brutto film , mi scuote l'anima.
Conosco Luca da anni, sono correntista della filiale di Casamorcia, una filiale in cui c'è un unico soggetto dietro al bancone: questo rende inevitabile anche un rapporto umano più franco, più vero. Quando si sceglie di avere rapporti umani tra un dipendente di banca e i clienti, tutto diventa più naturale, spontaneo e nessuno ha il sospetto o la paura di essere solo un numero. Luca ha reso questo servizio alla sua Direzione: ragazzo già a prima vista simpatico, cordiale, mai scortese, anzi se poteva risolverti una piccola "magagna", trascurava qualche regola ed era disponibile ad aiutarti in ogni situazione.
Ma Luca per me personalmente era diventato altro: parola dopo parola, confidenza dopo confidenza, siamo diventati amici, tanto da condividere ogni scadenza di pagamento con un commento sul calcio, passione che ci accumunava, lui da esperto e io da profana, Si parlava di tutto con Luca, di politica, di sport, di tutto , tanto era la sua e mia sete di confrontarci. Magari anche sul Gubbio, lui era a S.Marino al nostro fianco. Lui amava la Festa dei Ceri, tanto che nella foto che mostrano tutte le testate si nota una brocca.
Luca amava la vita, in ogni sua sfumatura. La cosa più bella che mi è stata riferita è che a Barcellona, almeno due anni fa, incontrando un gruppo di Gubbio, lui disse che aveva una cara amica a Gubbio e fece il mio nome. Questo mi riempie di gioia e di dolore perchè anche per me lui era un caro amico e soffro per la sua morte violenta, per i suoi genitori e sono intimamente fiera di averlo conosciuto.
Ecco questo era ed è Luca Rosi
Spero che la sua morte sia di monito per tutti e di riflessione sincera, dobbiamo amare e rispettare le persone da vive, comprendere ogni sfaccettatura senza guidicare. Li prenderanno di sicuro i suoi assassini , ne sono certa , ma io Luca lo voglio ricordare solo da vivo, con la sua voglia di calcio pulito e di vita, tanta vita ancora da vivere .
Ciao Luca, con le lacrime nel cuore ti saluto.
Paola Martinelli
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